È disponibile in digitale “Rosso Moscardi” (iSugo Records/Artist First), l’EP d’esordio di Francesco Moscardi, in arte Moscardi, un disco di ricordi autobiografici e musicali e il cui titolo fa riferimento al colore rosso dei capelli dell’artista. Le sei tracce che compongono l’EP sono caratterizzate da elementi acustici ed elettronici e confesso che è un progetto che mi è piaciuto molto, così ecco le mie domande a Miscardi in quest’intervista per AgorArt.
-Come nasce Moscardi?
Moscardi prima di essere un nome d’arte è il mio cognome, perciò nasce insieme a me.
Quella di dare questo nome al mio progetto artistico è stata una scelta condivisa con gli amici con cui collaboro e devo dire che mi rispecchia molto, perché mi fa ricordare ogni volta da dove vengo e quali sono le mie origini. Questo mi permette di muovere passi più consapevoli nel mio cammino musicale e personale.
–Come nasce il tuo EP “Rosso Moscardi”?
Il concept dell’EP è nato negli ultimi due anni, anche se la maggior parte delle canzoni è lì a fermentare da molto tempo. Negli ultimi mesi, poi, c’è stata un’accelerazione notevole dovuta soprattutto al ritrovamento di un mio vecchio album fotografico che, come potrete intuire, ha dato vita a tutto l’immaginario di “Rosso Moscardi”. Fondamentali per la realizzazione di questo progetto sono stati gli incontri con Pierfrancesco ed Umberto (coi quali ho fondato l’etichetta iSugo Records) e con tutto il team di persone che lavora silenziosamente alle mie spalle, dall’ufficio stampa alla mia band, dai videomaker ai responsabili social.
–Cosa vuoi portare al pubblico con questo disco?
In primis, un po’ di me e della mia storia personale ed artistica.
E poi, sarei davvero felice se in qualche modo questo mio lavoro potesse aiutare chi ascolta a trovare la propria strada e a coltivare i propri sogni, esattamente come è capitato a me realizzandolo.
–A quale brano del disco ti senti più legato?
Difficile sceglierne uno, perché con ognuno ho un rapporto differente ed un legame particolare. Se dovessi indicarti quello che racchiude il significato di tutto l’EP, sicuramente ti direi “Happiness”, ma probabilmente “Stelle cadenti” è la canzone che mi tocca di più.
–Parlaci un po’ di te e della tua passione per la musica.
La mia passione per la musica nasce dalla mia famiglia ed in particolare da mio padre che ha sempre scritto e cantato sue canzoni per passione. Io ho cominciato con lo studio della batteria e poi mi sono avvicinato alla chitarra da autodidatta, componendo le prime canzoni durante il Liceo. Da lì è cominciato un percorso che, attraverso esperienze e feedback positivi ricevuti da esperti del settore, mi ha portato fino al Conservatorio di Pescara, dove mi sono laureato in Composizione Pop/Rock e ho conosciuto i ragazzi di iSugo Records.
–Quali sono i tuoi artisti di riferimento?
I miei riferimenti principali sono quelli legati al cantautorato, sia italiano che straniero. Nello specifico, per quanto riguarda gli artisti italiani, ti direi De Gregori, Fossati ed ovviamente De André. Tra i songwriters stranieri invece i miei preferiti sono James Taylor, Tracy Chapman, Cat Stevens e i più moderni Ed Sheeran, James Bay e Paolo Nutini.
–La tua opinione sulla musica oggi, in questo particolare momento storico?
È un momento di forte crisi per il settore musicale (soprattutto la parte legata ai Live) e questo penso sia sotto gli occhi di tutti.
È anche vero, però, che bisogna approfittare di questa crisi, sia per migliorare alcuni aspetti tecnici ed economici (regolamentare il settore musicale con più efficacia, prevedere nuove forme di aggregazione, finanziare progetti artistici virtuosi, ecc..), sia per dare vita a nuove idee e a modi di fare musica più compatibili con l’essere umano e coi suoi ritmi naturali.
Civins