Intervista – Domande “sComode” a Naima

L’EP di debutto di naima, il duo lombardo formato da Lorenzo Rocca e Nader Ismail. Il loro nome che titolo anche il loro EP, vuole celebrare le varie anime della musica del gruppo, racchiudendo in sé riferimenti al jazz, alla cosmetica, e alla nonna di uno dei componenti. Vi proponiamo l’intervista che hanno rilasciato per AgorART.

Come nasce il vostro Ep “Naima”?

Il disco nasce come una sorta di diario, e raccoglie 5 canzoni che ci è sembrato che dessero una bella cornice a tutta la confusione che portavamo dentro in quel periodo. L’idea era proprio di rendere in qualche modo ogni canzone diversa dall’altra, nonostante io le abbia scritte tutte in pochi mesi. Poche canzoni che in una manciata di frasi dessero uno schizzo di tutta la felicità, la malinconia, il dubbio e la voglia di fuggire che mi abitavano. Una complessità più concettuale che musicale quindi, perché a livello di strumentali e scrittura ho cercato di parlare il linguaggio del pop, il pop che mi piace e che è capace di parlare su diverse dimensioni. Questo caos nel paesaggio sonoro abbiamo voluto celebrarlo con la copertina un po’ anarchica: buffa e inaspettata per tutte le scritte e i disegni, ma con un tocco di nostalgia data dalla figura della ragazza immersa nella nebbia.

-Quale brano sentite più vostro e perché?

Non saprei rispondere a questa domanda, abbiamo fatto di tutto il possibile perché ognuno dei brani rispecchiasse un aspetto della musica che amiamo – sia io che Nader ne divoriamo a quintali, di musica, e sappiamo apprezzare cose davvero diversissime. Un pezzo particolarmente intimo e diretto è Quando sono felice esco, sicuramente per le liriche, ma anche perché è forse il pezzo più sperimentale anche per composizione e arrangiamento.

-Cosa volete portare al pubblico con questo Ep?

Al pubblico abbiamo voluto portare una piccola parte di noi, esprimere in musica un
momento di grande confusione e contraddizioni nella vita di una persona. La scrittura e la produzione del disco erano già terminati prima di tutto il casino della pandemia, quindi sotto quell’aspetto forse il lavoro ha anche acquisito un senso diverso, più universale e condivisibile. Per quanto un po’ pretenzioso, è la nostra speranza che il pubblico possa trovarvi una finestrella, in queste canzoni, attraverso cui vedere noi, le nostre esperienze, e, perché no, magari anche il suo stesso riflesso.

-Ci potete raccontare del vostro viaggio in Francia?

La cosa che ci fa ridere è che abbiamo accennato a questo viaggio in Francia per la prima volta nella bio dei social giusto per avere qualcosa che potesse catturare l’attenzione, ma ormai ci chiedono tutti di parlarne e sta entrando nella leggenda. La verità è che, soprattutto a quei tempi, sia io che Nader eravamo piuttosto disorganizzati, e quindi siamo partiti per fare quella vacanza in tutta serenità senza porci un pensiero. Fatto sta che dopo cinque ore in macchina ci siamo ritrovati in terra straniera senza soldi, senza un piano, e abbiamo vagato per le strade cantando con l’acustica e divertendoci un sacco.

-Quale sarà la prima cosa che farete non appena la situazione si sarà ristabilita?

Ci piacerebbe suonare un po’ in giro, finalmente, anche perché stiamo collaborando con Met e Leo, una sezione ritmica che ci sta dando una mano ad arrangiare i pezzi per tirare su un bel concerto. Risentire quei pezzi, che alla fine sono nati in studio, suonati dal vivo con una band al completo è stato emozionante per noi, quindi non vediamo l’ora di poterlo riproporre anche al nostro pubblico! Per chi fosse interessato seguiteci sulle nostre pagine dove daremo sicuramente informazioni per varie serate.

Civins