Intervista – Domande “sComode” a OMÄR

OMÄR torna in radio e in digitale con un brano che parla d’amore e dalle sonorità dark-pop e rock, “Ci risiamo”, e la riproponiamo anche noi in questa nuova intervista rilasciata per AgorART.

Come nasce il tuo singolo “Ci risiamo”?

Ci risiamo nasce grazie all’incontro con Francesco Gargano (in arte Brioschi), una penna decisamente originale. Mi era capitato prima di collaborare di leggere dei suoi testi e di notare come il suo modo di esprimersi fosse molto vicino al mio immaginario. Ci siamo quindi dati appuntamento in studio e insieme a Etta Matters (produttore) è uscita fuori “Ci risiamo”. E’ capitato tutto in maniera naturale, il pezzo è stato scritto e registrato in pochissimi giorni.

Cosa vuoi portare al pubblico con questo singolo?

Chi mi conosce definisce questo pezzo come un “manifesto di OMÄR” e forse un po’ sono d’accordo. Raccoglie stili diversi e porta un’atmosfera quasi cinematica, tant’è vero che mi è capitato di pensare a questo pezzo come colonna sonora di qualche telefilm. Rimango dell’idea che sia un pezzo che vada “sentito” più che ascoltato, soprattutto per chi si trova in una situazione da cui fa fatica ad emergere, ricascandoci sempre.

Parlaci un po’ di te e della tua passione per la musica.

La mia passione per la musica è sempre stata presente, da quando mi conosco.
Ho iniziato a cantare da quando ero minuscola, ho ancora una videocassetta di me sul palco a 4 anni, che tra lacrime per l’imbarazzo e un “mamma mi viene da piangere” detto al microfono, mi ero finalmente esibita cantando una canzone per mia madre.
La musica è sempre stata il mio sfogo preferito. Pian piano mi sono avvicinata alla scrittura che per me inizialmente era un po’ un tabù, avevo certamente paura di mettermi a nudo, sia di fronte a me stessa che di fronte agli altri. Proprio per questo motivo, ho scelto di scrivere per altri, rimanendo sempre un po’ nell’ombra. Con OMÄR ho deciso finalmente di essere completamente libera di cantare e scrivere ciò che avrei sempre voluto, senza regole.

Quali sono i tuoi artisti di riferimento?

In realtà cambio spesso, in base al mio mood e al momento. Ora sto ascoltando poca musica, scrivo un po’ di più. Ma rimangono comunque nell’Olimpo del mio Spotify i soliti, Levante, Mahmood, Jeremy Zucker, Julia Michaels e Finneas.

Abbiamo parlato nella precedente intervista sulla tua scelta nel conservare l’anonimato sulla tua immagine, vuoi questa volta dirci come vedi in generale il mondo della musica in questo panorama di assoluta precarietà che stiamo vivendo, specie il settore dell’arte e del spettacolo?

È una situazione difficile da gestire che non riesce a trovare un equilibrio duraturo. Stiamo tutti facendo fatica in questi giorni, soprattutto perché il nostro settore non è mai stato realmente tutelato. Spero che presto qualcosa cambi e che questa situazione che ci ha aperto gli occhi su una bella serie di lacune, ci aiuti anche a colmarle a poco a poco. Intanto chiedo a voi ascoltatori un piccolo aiuto, andate a sentire e a cercare anche gli emergenti, fate stream su Spotify, aiutateci a mantenere viva la nostra musica.

Civins