Intervista – Domande “sComode” a Paco Sangrado

Il singolo “Una corriera per Marte Sud” anticipa i nuovi progetti autunnali di Paco Sangrado, nome d’arte di Francesco Imperatrice, un progetto canoro che nasce con l’esigenza di accomunare il sound elettronico e il cantautorato più classico. Oggi vi proponiamo l’intervista che Paco Sangrado ha rilasciato per AgorArt.

-Come nasce il singolo “Una corriera per Marte Sud”?

È nato tutto dalla produzione di Xgosh!, stava lavorando su questa base utilizzando suoni di astronavi, conversazioni tra astronauti, creando mood molto rilassante e spaziale. Lì ho colto subito l’occasione per scriverci sopra una storia, partendo da questa idea della parabola del figliol prodigo, ma in una chiave più futuristica, con questa idea di fondo di poter viaggiare su marte con una semplice corriera, come se fosse un gesto quotidiano, e questo binomio ha funzionato.

-Cosa vuoi trasmettere al pubblico con questo singolo?

È un brano delicato, quasi una preghiera. È la rappresentazione di un viaggiointerdimensionale che vede lo smarrimento e il distacco fra l’essere umano e l’universo, il vuoto fra i satelliti, gli androidi e i venti solari; il brano esprime l’inadeguatezza dell’uomo dinanzi alle emotività scatenate dai rapporti sociali tossici, mal compresi, indefiniti.

-Come nasce la tua passione per la musica?

Da quel che ricordo, la mia passione per la musica è nata quando mia sorella mi regalò il mio primo mp3, andavo alle elementari, e ascoltavo tutte le canzoni che mi aveva messo lei. C’era di tutto, da musica italiana, musica americana. Ma quello che ricordo di più erano i brani di Fabri Fibra e dei Negramaro, che sono anche parecchio agli antipodi, e la cosa divertente è che ovviamente parecchie cose che diceva Fabri Fibra non potevo comprenderle, ma la musica va oltre il messaggio e le parole spesso e volentieri. Ma il vero momento in cui mi sono detto “Ok, questa roba è davvero figa, voglio farla anche io” è stato quando comprai il mio primo disco, l’album d’esordio dei Ramones. Da lì ho iniziato a scrivere le cose mie, a provare a cantare, ho cercato anche ragazzini della mia età con cui mettere su una band (ovviamente fallendo), e ho studiato per 3 anni batteria, che ho poi mollato perché sentivo non essere la mia strada, ma mi ha aiutato tantissimo a scandire il tempo, a comprendere tantissime cose su come leggere la musica, difatti ho sempre un occhio di riguardo per quanto riguarda le percussioni in un qualsiasi brano che faccio.

-Quali sono i tuoi artisti di riferimento?

Vado a periodi, per ogni mio progetto mi faccio ispirare dalle musiche di tanti artisti, stranieri e non, come Com Truise, De Lorra, Ferdinando Arnò e tanti altri. Ma il risultato è sempre qualcosa di molto lontano dall’ispirazione originale perché di mezzo ci sono così tanti processi di lavorazione che il risultato alla fine è qualcosa di originale e fine a se stesso.

-Quali sono i tuoi progetti futuri?

Abbiamo in mente di pubblicare a settembre un progetto a cui stiamo lavorando da un anno, dal suono ricercato ma allo stesso tempo assolutamente fruibile da chiunque. Nel frattempo sto anche lavorando ad un altro progetto che proveremo a rilasciare l’anno prossimo, quindi, ecco, siamo decisamente indaffarati.

Civins