Pietro Gandetto, una delle voci più interessanti della nuova scena cantautorale italiana, è uscito da poco con il singolo “Come Banditi”, un brano di evasione alla Steve McQueen. Conosciamo meglio in questa intervista per AgorArt.
–Come nasce il singolo “Come Banditi”?
Come banditi è nato durante una passeggiata in campagna. Erano i primi di maggio. Camminavo nei boschi (quando posso cammino tantissimo, mi rilassa) e ho scritto di getto questo testo – come quasi tutti quelli che scrivo. Ho messo nero su bianco quel momento perché sentivo che la voglia di libertà e di evasione che avevo provato per tutto il lockdown finalmente diventavano realtà. Poi, scrivendo, mi è venuta in mente la storia che sta dietro a questa canzone, cioè la metafora di uscire dai propri schemi mentali, dalle proprie gabbie, proprio come dei banditi che scappano come in un film di Steve McQueen.
–Cosa vuoi portare al pubblico con questo brano?
Voglio portare positività, un messaggio di spensieratezza in questo momento un po’ particolare per tutti. Non bisogna prendersi troppo sul serio..
–Parlaci un po’ di te, come nasce la tua passione per la musica?
La musica fa parte di me da sempre, ho iniziato a cantare da bambino, poi il pianoforte e tanta gavetta. Sono convinto che ogni esperienza abbia contribuito a formarmi sia nella scrittura sia nell’interpretazione, per me il canto e la musica rimangono comunque modalità espressive molto libere. Per esempio, nel 2018 sono passato nel giro di poche settimane dal cantare la Passione Secondo Giovanni di Bach con La Verdi al palco di The Voice of Italy con una canzone pop. La voce ha infinite possibilità, se la si sa usare si può passare facilmente da uno stile all’altro e credo sia importante conoscere e utilizzare linguaggi musicali anche lontani tra loro.
–Quali sono i tuoi artisti di riferimento?
Sono cresciuto con i Queen, gli U2, Oasis, come voci femminili amo Celine Dion, Ella Fitzgerald, Nina Simone, Ornella Vanoni. Poi avendo una formazione classica, ho ascoltato molta opera, mi piace passare da un genere all’altro, magari Chopin e Verdi a Lady Gaga in un attimo..Di contemporanei mi piace Mengoni, Ferro, Ultimo. Mi piacciono le voci espressive, quei cantanti che mettono la loro vita le loro emozioni nella musica.
–Come vedi la musica in questo contesto socio culturale?
La musica è in una fase difficile perché viviamo in un contesto socio politico in cui si dà poca importanza alla cultura. Quindi si pensa che fare musica sia un passatempo e non un’attività fondamentale per il nostro benessere.
Civins