Intervista – Domande “sComode” a Progetto Fantomatico

Progetto Fantomatico è il progetto parallelo del cantautore salentino Blumosso, strizza l’occhio a sonorità più elettroniche e sintetiche rispetto alle produzioni a cui ci ha abituato negli ultimi anni e debutta così con un brano dal sound che ricorda la musica elettronica tedesca degli anni ’80, “Apatia”. Di seguito vi propongo l’intervista rilasciata per conoscere meglio il progetto musicale.

Come nasce Progetto Fantomatico?

Il Progetto Fantomatico in realtà nasce nel 2013; anche allora era solo un progetto parallelo. inoltre esisteva la rete sì, ma non se ne faceva un uso totale come oggi; quindi la cosa andò un po’ scemando.
In questo periodo avevo della nuova musica che si discostava dalle mie produzioni con Blumosso. Ho quindi pensato di rimettere in moto il progetto (infatti sul mio profilo instagram c’è scritto “Nuovo” progetto fantomatico proprio per questo). Comunque, probabilmente se non avessimo vissuto un 2020 così devastante, tutto questo non sarebbe esistito.

Cosa vuoi portare al pubblico con il tuo singolo “Apatia”?

La musica, in quanto forma d’arte, ha anche il compito di fungere da specchio dei tempi che si vivono.“Apatia” è solo un modo per riflettere su quello che viviamo; e come ci sentiamo. Una riflessione che si erge di fronte a me, a noi come uno specchio.
Penso di non essere il solo a sentire quest’apatia; sia connessa alla normale associazione con l’eloquio, sia allargata a un livello più ampio: apatia mentale, blocco, apatia nei movimenti.
Volevo parlare di questo.

Da cosa si discosta rispetto a Blumosso?

Innanzitutto nelle sonorità. Poi nei contenuti dei testi delle canzoni. Per poi arrivare all’immagini, anche l’immagine che do del Fantomatico e di me stesso nel progetto si allontanano da come mi mostro in Blumosso.
Mi preme però dire che queste differenze non sono studiate a tavolino, non c’è un’alterazione di me stesso. Sono sempre io. Solo che non mi piace esprimermi, come vedo fanno in molti, infilando tutto quello che faccio in un unico contenitore. Preferisco creare vie parallele. Come se io fossi una casa e i miei progetti le stanze separate di tale casa.

Cosa ti porti dietro dal Salento?

Sono tanto legato alla mia terra. Anche se credo che la mia terra si senta poco nella musica che faccio. Penso sia più un legame inconscio.
Però la cosa cui guardo maggiormente della mia terra è la potenza narrativa che noi salentini emaniamo (e questo concetto si allarga automaticamente a tutte le genti del sud). Ogni persona, anche chi incrociamo con lo sguardo per un istante, è una potenziale storia da raccontare. E nel Salento ci sono storie magiche da narrare. Penso sia questa energia intrinseca del prossimo che mi porto dietro della mia terra.

Parlaci dei tuoi libri “Spremuta d’Arancia a Mezzogiorno” e “Schiena cucita”?

Sono due romanzi differenti tra loro, anche perché scritti in periodi diversi e soprattutto con una consapevolezza personale differente.
“Spremuta d’arancia a mezzogiorno” ( Edizioni Lupo –YouCanPrint) è più un romanzo giovanile in cui emerge maggiormente la dimensione “sud”. Quello che mi porto dietro della mia terra (riallacciandoci alla domanda precedente).
“Schiena Cucita” (Kimerik edizioni) è in tutto e per tutto un romanzo psicologico (in cui mi sento di dire che ho trovato una mia certa e solida maturità artistica).
Emerge però un elemento di continuità in questi miei due lavori, sebbene diversi tra loro. Questa continuità è data dalla presenza di un personaggio (il mio Montalbano – però non scrivo gialli eh): Carlo Barrassi; presente in entrambe le storie.

Raccontaci un po’ di te, del tuo percorso artistico e dei tuoi riferimenti professionali.

Faccio musica da quando avevo quattordici anni. Dai diciotto ai ventiquattro anni ho lavorato a mio nome “Simone Perrone” con Carosello Record. Per quattro volte sono stato tra i sessanta di Sanremo Giovani. Come autore, ho scrittobrani nei primi due dischi di Antonio Maggio – vincitore del festival di Sanremo Giovani nel 2013 – tra cui anche “Stanco” feat. Clementino La Iena. Nel 2015 ho partecipato a The Voice (team Pelù). Nel 2016 ho pubblicato un singolo “Musica di Merda” il cui video vede la partecipazione di Max. Gazze.
Nel 2017 ho creato Blumosso, progetto con il quale ho pubblicato un disco “In un baule di personalità multiple” (Xo la factory/ Cabezon Record) e un EP “Conseguenze”.

Come concili le diverse anime della tua arte.

Illudendomi che l’eteronimia nell’era di internet sia ancora una follia possibile.

Civins