Intervista – Domande “sComode” a Riccardo Gileno

“In Tune”, uscito il 14 maggio per WAVES, è il nuovo album di Riccardo Gileno che si compone di 9 tracce dalle venature marcatamente folk-pop. Il cantautore triestino, di origini canadesi e croate, racconta la sua vita accompagnato dalla chitarra, e in questa intervista si racconta un po’ anche per i lettori di AgorART.

-Cosa è nato il tuo album “In Tune”?

“In Tune” nasce da anni di canzoni scritte, eseguite dal vivo, ma non concretizzate dal punto di vista discografico. Raccontano di ciò che ho vissuto e di quello che mi circonda.

-Quale delle 9 tracce senti più tua e perché?

È una bella domanda che però non può avere risposta. In un modo o nell’altro, questi
brani hanno avuto il pregio di aiutarmi a conoscermi meglio e di questo sono veramente grato a tutti e 9. Quindi, davvero, non posso fare una scelta.

-Come nasce la tua passione per la folk-music e la musica in generale?

In casa mia, la musica si è sempre vissuta. Mio padre e mio fratello hanno sempre scritto e suonato, e anche mia madre ascoltava molti dischi. Poi crescendo mi sono documentato e ho acquisito un gusto personale, che comunque è molto vario. Ci sono molti artisti folk che amo, in questo senso direi che venire a conoscenza con la musica di James Taylor, Joni Mitchell e The Tallest Man On Earth sia stato fondamentale.

-Quanto ha influito la tua multiculturalità nella tua produzione musicale?

Ho vissuto molti “periodi” diversi soprattutto per quanto riguarda i miei ascolti. Mi è
capitato di passare dal cantautorato italiano più classico alla bossanova di Jobim e Joao
Gilberto, per fare un esempio. Non so però quanto la cosa si traduca nella mia produzione musicale. Forse accade in maniera inconscia, a piccole dosi.

-Quali sono i tuoi artisti di riferimento?

Sono davvero tantissimi. Però se devo fare due nomi Jeff Buckley e Niccolò Fabi.

-Quali sono i tuoi progetti futuri?

Sta per uscire il video di Streets, singolo tratto dal disco. Il video è bellissimo, e spero lo vedano più persone possibili. Poi, mi piacerebbe fare dei concerti. Sarà difficile per molti fattori, in primis le condizioni sanitarie che ci circondano, ma vorrei portare il mio progetto a stretto contatto con il pubblico, a prescindere dal numero di persone che lo compone.

Civins