Intervista – Domande “sComode” a Riccardo Inge

Dal 12 febbraio, Riccardo Inge – un po’ ingegnere, un po’ cantautore – ci porta a spasso nel tempo con “DeLorean”, il nuovo singolo ispirato alla celebre saga degli anni Ottanta di “Ritorno al futuro”: dalla riflessione sui paradossi temporali e dalle fantasie sui viaggi tra le varie epoche, nasce un brano meno pop e più energico. Di seguito l’intervista rilasciata da Riccardo Inge per AgorART.

-Come nasce il singolo “DeLorean”?

La paura di non aver preso la decisione giusta ci porta a ripensare e spesso rimpiangere il passato.
Sarebbe bello se si potesse dare uno sguardo a un percorso alternativo della nostra vita se avessimo preso un’altra strada rispetto a quella che abbiamo deciso.
Il rischio, purtroppo, è quello di continuare a rivangare un passato che non tornerà, perdendoci di vivere il presente.

-Sei anche tu un fan di “Ritorno al Futuro”?

Super fan, come tante persone. È abbastanza difficile che una saga raccolga così tanti apprezzamenti sia tra gli appassionati di viaggi nel tempo (quale sono) e non.

-Com’è stato far parte del progetto Rockin’1000?

Un’esperienza unica, soprattutto nelle prime due edizioni. Perché era tutto nuovo, un qualcosa che non aveva fatto mai nessuno: 1000 persone che suonano insieme all’unisono è qualcosa di incredibile da immaginare, ma reso possibile dall’idea di un romagnolo un po’ pazzo.
Le prime due edizioni fino al primo stadio sono state pazzesche e ricorderò sempre le emozioni provate. Le successive ha iniziato a diventare una ripetizione, ma ha prevalso la voglia di reincontrare almeno una volta all’anno tutte le persone con cui si è condiviso dei momenti unici.

-Hai condiviso il palco con diversi artisti importanti: cosa ti hanno lasciato?

Professionalità e con alcuni di loro è stato bello poter condividere i momenti del backstage.
Ricordo per esempio con piacere la chiacchierata con Willie Peyote nel dietro le quinte del palco dell’auditorium Radio Italia. Un caffè e due parole spensierate senza sentire una separazione tra il ‘Big’ e l’emergente. Ho molto apprezzato.

-Quanto conta per te la beneficenza?

Pensa che fino a qualche anno fa non ho mai fatto particolare beneficienza, fino a quando non ho conosciuto Officine Buone: un’associazione che porta la musica negli ospedali attraverso la formula del talent. I giudici, però, sono i pazienti e gli artisti (famosi e non) mettono a disposizione la propria musica per far trascorrere un paio d’ore diverse alle persone che purtroppo si trovano costrette in ospedale.
Ovviamente con la pandemia in corso si è bloccato tutto, ma spero presto che questa iniziativa possa riprendere.

-Come nasce la tua passione per la musica? Quali sono i tuoi artisti di riferimento?

È una passione che nasce da quando ero piccolo. Ho avuto la fortuna che i miei genitori tenessero sempre la radio accesa in caso e in auto e che mio padre suonasse la chitarra da giovane in una piccola band di amici.
Ho sempre avuto la musica in testa e diventando grande ho piano piano scoperto le cassette con tutte le raccolte di Battisti, dei Queen, dei Beatles e così via. Mentre mio fratello più grande mi passava tutta la discografia heavy metal di Iron Maiden e Metallica. Una fusione di generi che penso abbia fortemente condizionato il mio modo di intendere la musica sia come fruitore che come autore.

-Quali sono i tuoi progetti futuri?

Ho un album pronto che raccoglie i brani usciti negli ultimi mesi. Purtroppo gli eventi dell’ultimo anno hanno inciso sull’uscita. Inizialmente avrei voluto uscire a fine 2020, ma ho deciso di comune accordo con la mia etichetta di spostare a Settembre 2021, sfruttando il periodo in mezzo per poter condividere qualche singolo come anticipazione.

Civins