Intervista – Domande “sComode” a Ruggero

Da oggi, 11 dicembre 2020, è disponibile in rotazione radiofonica e su tutte le piattaforme di streaming “PENSANDO”, nuovo brano di RUGGERO, pseudonimo del cremonese Filippo Lazzari, nonché sesto episodio della serie di video musicali intitolata “Atineres”, inaugurata a gennaio dall’uscita del videoclip del singolo “Sentirmi meglio”. Vi proponiamo quindi l’inervista che Ruggero ha rilasciato per AgorART.

Come nasce Ruggero?

Ruggero nasce quando un mio amico un giorno decide di suo pugno che mi sarei dovuto chiamare così. All’inizio non ne ero troppo entusiasta ma poi Ruggero è diventato il mio abito di scena, dalle mie prime timide esibizioni pubbliche in poi.

Come nasce il tuo singolo “Pensando”?

Nasce domandandomi cosa sia l’amore, una domanda a cui ho trovato qualche risposta in vita mia, ma mai completamente esauriente. Nel brano poi mi pongo anche altri quesiti: è una riflessione a voce alta.

Cosa vuoi portare al pubblico con questo singolo?

Come sempre niente di pedagogico o didattico, bensì un punto di vista, una riflessione. Ritengo che l’unica cosa di cui noi essere umani siamo certi è che proviamo sentimenti e spesso ci deve bastare averne consapevolezza.

Parlaci un po’ di te, come nasce la tua passione per la musica?

Quelli come me penso che la musica ce l’abbiano dentro. Io, da che ho memoria, ricordo sempre la musica come un rifugio ed un’evasione, sollievo e dannazione. Una droga di cui non puoi fare a meno. È nata così, si è sviluppata col tempo, ma è sempre così. Dalla prima volta che ho sbattuto una bacchetta su un secchio rovesciato.

Quali sono i tuoi artisti di riferimento?

Sono cresciuto con la musica dei grandi cantautori italiani: Baglioni, Battisti, De Gregori, Lucio Dalla, Venditti. Amo tantissimo anche i Beatles, i Queen, David Bowie ed Elton John. Tuttavia quando scrivo non prendo esempio da nessun artista in particolare, ma da qualsiasi cosa che mi sia piaciuta. Può essere anche una rima di Fabri Fibra!

Come vedi la musica in questo contesto socio-culturale?

Abbiamo 3 ore per parlarne? Mi piacerebbe partire dalla scuola, dove si insegna il flauto dolce soltanto per suonare “Astro del ciel” al saggio di natale. Vorrei che la musica fosse insegnata come la storia dell’arte, in ogni scuola! Un problema moderno è la mancanza di cultura musicale a discapito della mercificazione della stessa. In parole povere il successo di un brano o di un artista non dipende dalla qualità del prodotto musicale ma da altre variabili ben più importanti. La musica è un patrimonio culturale fondamentale, non lasciamo sia soltanto una canzoncina su Tik Tok.

Civins