Intervista – Domande “sComode” a Sergio Casabianca

Dal 25 agosto è disponibile in digitale “Chi sono io”, il nuovo album del canta-attore Sergio Casabianca e Le Gocce, anticipato in radio a maggio dal singolo omonimo. L’ho intervistato per AgorArt, per lasciare raccontare a lui il suo lavoro.

Come nasce l’Album “Chi sono io”?

(Ciao Giacomo e piacere di conoscerti, anche se al momento solo attraverso carta….)
“Chi sono io” doveva essere un singolo contenente tre brani, poi la situazione che si è creata e ciò che ho visto e provato durante questa epidemia, mi ha portato a scrivere altre canzoni che ho fatto ascoltare alla band e ai miei responsabili e loro mi hanno risposto: avremmo tutto il necessario per un album davvero speciale…che dici….anche se il momento forse non è dei puù indicati, lo facciamo? Ti va di rischiare? E la mia risposta è stata subito chiara e per nulla messa in discussione…..
E nasce sopratutto per cercare di dare voce ai quei valori che oggi si perdono troppo facilmente nella frenesia della vita, dar voce a quelle persone che non hanno voce, rimarcare la bellezza del posto in cui viviamo che si chiama Italia e sopratutto, cercare di “trasmettere” quella forte energia vitale e quella semplicità necessaria al mondo per essere felici, per vivere e non sopravvivere

Quale brano senti più tuo e perché?

Non è semplice rispondere a questa domanda, perché ogni brano che ho scritto è una parte di me…
Però se devo sceglierne uno solo direi “La Coscienza”
Scelgo questo perché lo trovo semplice, diretto e incisivo, perché credo possa essere un messaggio che può far riflettere tante persone e che rispecchi anche un po’ il pensiero di tanti ragazzi che non riescono a dare voce al loro sentimento.
Mi piace l’arrangiamento e mi piace averlo cantato insieme ad un giovane artista esprimendo cosi anche la mia propensione alle collaborazioni.
Non è una canzone scritta solo per lamentarsi o denunciare cose che secondo me non vanno bene, ma è più un suggerimento che potrebbe dare spunto a chi lo ascolta per una riflessione e perché no, a dare quella spinta che a volte ci manca sulle scelte più difficili…..tutti abbiamo una coscienza anche se a volte sembra che alcune persone ne siano sprovviste…..e allora usiamola!!

Parlaci un po’ di te, come nasce la tua passione per la musica?

Beh, in realtà la mia prima passione è stato il teatro, mi piaceva e mi piace tantissimo vedere persone sul palco che riescono a trasformare e trasformarsi e nel farlo, riescono ad emozionare gli altri…..
Fin da bambino ho sempre cercato di far divertire gli altri senza immaginare minimamente che sarebbe diventato poi per me un lavoro…anzi…una mission!!!
Appena tornato dal servizio militare, ho incominciato ad appassionarmi e partecipare ai concerti dei big, poi anche ad entusiasmarmi nel vedere piccole band della mia città che si divertivano suonando code loro e cover..

Ho visto il concerto dei Nomadi e Augusto Daolio mi ha letteralmente colpito.
Dopo quel concerto ho iniziato a suonare la chitarra perché volevo cantare i brani dei Nomadi, però il tutto senza mai troppa convinzione
Suonavo un po’ perché in me c’era qualcosa che non comprendevo e a dire la verità, un po’ anche per far colpo sulle ragazze e Rimini è una di quelle città in cui, sopratutto d’estate, il popolo femminile si getta sulle spiagge e per noi maschietti è un po’ come se si accendesse una luce fatta di mille colori e sfumature…

Avevo 24 anni quando mio padre è morto e ho preso il suo posto in
nell’azienda di carpenteria che lui aveva e dove io lavoravo con lui…
Con lui in un certo senso è morta anche la musica e per alcuni anni ho lavorato a testa bassa pensando quello fosse il mio futuro.
Poi però ad un certo punto, mi sono reso conto che non era quella l’emozione che i realtà mi avvolgeva, ma un qualcosa di più grande e più luminoso, un qualcosa di cui non avrei potuto farne a meno e con quel filo di pazzia che da sempre mi accompagna, ho mollato tutto in un giorno per dedicarmi solo alla musica…..poi successivamente attraverso la musica sono nate altre passioni che mi hanno portato a fondare, insieme ad un caro amico, una onlus (Una Goccia Per il Mondo) che opera tuttora in Cambogia a favore dei ragazzi più disagiati e sul nostro territorio per le persone più in difficoltà e successivamente una Associazione culturale (Sorridolibero) per promuovere quelle forme d’arte secondo me necessarie alla vita di ognuno.

Quali sono i tuoi artisti di riferimento?

Sono tanti e diversi tra loro: diciamo che il rock dei Deep Purple o il suund dei Floyd mi ha accompagnato per diverso tempo, ma poi è la musica Italiana a cui ho dato più spazio: da Vasco a Baglioni, da De Andrè a Modugno, da Capossela a Mina, dai Nomadi a Battisti a Zucchero …non ne ho uno in particolare ma con il tempo ho iniziato però a riconoscere e seguire come modello gli Artisti con la A Maiuscola, quelli che mettevano e mettono a nudo la propria anima sul palco e danno tutto sé stessi per il pubblico. E Augusto Daolio rimane un mio punto di riferimento, non tanto per i brani, ma per ciò che rappresentava e rappresenta…..e non ti nascondo (lo dico senza presunzione) che sogno di poter essere il suo sostituto perchè seconso me oggi mancano personaggi del genere.

Come vedi la musica in questo contesto socio culturale?

Ci sono alcuni giovani artisti che scrivono cose molto interessanti, (se sono loro che le scrivono effettivamente) e non voglio essere uno di quelli che devono per forza criticare….
La musica va avanti pari passo con il progresso anche se questo io lo considero un errore enorme.

La società si sta perdendo dietro il voler essere primi e protagonisti a tutti i costi, in ogni campo , perché questo è ciò che ci vomitano i media tutti i giorni come una sorta di lavaggio del cervello. Io credo che dovremmo tutti fare un passo indietro per farne uno in avanti…..la gente ha bisogno di anime vere e non falsi progetti costruiti dai talent…
Di gente che canta bene oggi è pieno, come di ottimi musicisti, ma ciò che manca è gente con un’anima profonda, gente che ha fatto un percorso di esperienza tale da poter dire e trasmettere le emozioni, gente che ha una spiritualità non per forza legata ad una religione ma legata all’universo, al senso più profondo della vita, gente che è stata nel fango, che ha viaggiato, che ha non per forza una cultura oppressa dai libri, ma quella della strada…

Gente che ancora sogna VERAMENTE un mondo migliore, che non teme l’utopia, che è disposta a dare sé stessa a discapito dei propri sentimenti egoistici, che ha coerenza nei valori in cui crede, che prima di salire su un palco pensa alle persone che ascolteranno per rendere loro i veri protagonisti, gente che ancora crede nella possibilità di un mondo in cui il sentirsi liberi sia una strada fondamentale per l’esistenza umana, gente che ha un’intelligenza emotiva e una sensibilità messa a disposizione per gli altri e non solo per opportunismo….
Ecco, io credo che questo manchi nel contesto sociale in cui viviamo….e se tu mi chiedessi: Ma tu Sergio te la sentiresti di metterti in gioco con le cose che hai detto in questo momento??
Io ti risponderei subito SÌ!!!!

Civins