Intervista – Domande “sComode” a Silvia Donati

Il percorso artistico della bolognese Silvia Donati è stata segnata da un’intensa passione per la musica “black” e lo dimostra anche il suo nuovo album “Vortice”, prodotto dall’etichetta Irma Records e firmato con Nova 40; disponibile su tutte le piattaforme digitali e in copia fisica, è un album con marcate colorazioni jazz e latin jazz brasiliano. Parliamone direttamente con la cantante in quest’intervista rilasciata per AgorART.

Come nasce l’album “Vortice”?

Ciao Giacomo, molto piacere!
Il progetto è nato da un’idea di Riccardo Rinaldi (alias Ohm Guru) e Ninfa, due ottimi produttori e non solo, e l’intenzione era di creare qualcosa di fresco coinvolgendo vari musicisti che già si conoscevano e stimavano da tempo, qualcosa che fosse un mix tra sonorità acustiche e suoni più elettronici. La composizione dei brani, gli arrangiamenti, l’esecuzione..tutto poi è venuto in maniera naturale, come organizzare una cena tra amici, io faccio quello, tu porti quell’altro…

Quale brano credi che ti rappresenti di più?

Beh, i brani racchiusi in un disco è come se fossero tutti tuoi figli, difficile dire quale mi sia più somigliante…e allora parlando di figli, diciamo che Sampinho, essendo stato scritto per mio figlio, è quello che racchiude di più il sentimento del momento in cui lo abbiamo registrato.

Come è nata la collaborazione con Nova 40?

Come ho detto prima, tutti noi eravamo già stati in contatto e ci eravamo già piaciuti sui vari palchi o in altre produzioni, così è stato un gran piacere ritrovarsi a fare musica insieme. Sia io che Roberto Rossi avevamo spesso collaborato con Riccardo e Ninfa e così aveva fatto anche Massimo Greco, che oltre a suonare la tromba (e fare un assolo da manuale in “Wide”), ha curato gli arrangiamenti e le orchestrazioni della maggior parte dei brani. A completare il gruppo sono stati chiamati i compari musicali di una vita: Giancarlo Bianchetti, Maurizio Piancastelli, Alessandro Meroli e Cristian Lisi.

Quali sono i tuoi artisti di riferimento?

Questa è una domanda difficilissima. Ci sono moltissimi cantanti e musicisti a cui mi sento legata che hanno una caratteristica che mi ha colpito e mi è entrata dentro…da Billie Holiday a Jim Hall, da Duke Ellington a Elis Regina e poi Jobim, Chico Buarque de Hollanda, Carmen Mc Rae, Monk, Mingus, Bill Evans, João Bosco, Lenine, Gilberto Gil, Wes Montgomery, Sonny Rollins, Roland Kirk, Chet Baker, Toninho Horta…non finirei più.. E poi comunque sono adoratrice compulsiva di Coltrane.

Parlaci un po’ di te, della tua passione per la musica.

È nata abbastanza presto, nella mia famiglia la musica è sempre stata molto presente: da mia madre che mi cullava con le canzoni di Mina, ai miei cugini che avevano un sacco di dischi ed io passavo pomeriggi a registrare musicassette varie con i pezzi che mi piacevano di più. Mi hanno insegnato anche i primi accordi sulla chitarra e le ore volavano mentre scrivevo i primi pezzi…mi divertivo moltissimo.
Poi è venuto il liceo ed in quarta abbiamo formato il primo gruppo..le prove nei centri sociali, i primi concerti, i sogni, le registrazioni, altri gruppi, altre esperienze..devo dire che ho avuto la fortuna di incontrare sempre delle belle persone che mi hanno portato a pensare che i vantaggi di fare questo tipo di percorso sono sempre molti di più degli svantaggi. Soprattutto perché nel momento in cui suoni insieme ad altri scatta una magia sottesa, una comunicazione che non è fatta di parole, ma di suoni ed è qualcosa di impagabile secondo me. Ogni volta che sono su un palco mi sento come su una zattera in alto mare dove ognuno tenta di stare in equilibrio e rema per farla andare nella stessa direzione..a volte si rischia un po’ e si perde la rotta o si rischia il capovolgimento, ma con orecchie aperte, attenzione e tanto rispetto di solito si raggiunge la terraferma sani e salvi e carichi di buona energia.

Civins