Intervista – Domande “sComode” a Tavo

Da dicembre scorso è in radio l’inedito Annabelle (Noize Hills Records) di Tavo, che racconta di un amore
difficile, una storia “d’altri tempi”, nella quale i protagonisti prendono coscienza della loro vita ormai consumata; rimane solo l’amara consolazione di ripercorrere i bei momenti del passato.

Annabelle rappresenta l’indecisione e le scelte sbagliate nell’amore. “Ora che non siamo qui, si può capire tutto. Quante volte ti ho detto di non avere paura”: così canta Tavo, citando quelle che sono le ultime parole scritte in una lettera del 1800 che il cantautore trova nella vecchia casa in cui abitava.

Vogliamo conoscere e far raccontare Tavo con un’intervista.

  • Come nasce “Annabelle”? Raccontaci questa storia della lettera d’amore ritrovata per caso.
    Ciao, Giacomo!
    Dunque, abito in una casa/cascina in campagna e durante i lavori di manutenzione sotto uno strato di intonaco è comparsa una scatola in ferro contenente varie monete e questa famosa lettera. Mi è stata datata, da un amico esperto in materia, intorno a metà ottocento.

    Ti confesso che ho creduto di aver trovato un tesoro, ma è andata male o quasi… diciamo che ho trovato una canzone (e non è male), magari le trovassi sempre nei muri!
    Nella lettera, un certo “Ennio” si rivolge a “Maddalena” (nome cambiato con “Annabelle” per ragioni metriche) elogiandola riga su riga. Fino a qui nulla di così interessante, poi però tutto prende una piega drammatica e allo stesso tempo romantica.
    Si capisce che lei è sposata mentre lui la frequenta. Sono amanti.
    Ennio conclude con un fermo, ma immotivato addio, senza però negare i suoi sentimenti verso lei.

    “Non abbiate paura, abbiate la calma che dolcemente vi distingue..
    Ardentemente vi abbraccio, MIA, come sempre desiderata. Con tristezza, senza espressa volontà, addio.”
    L’avrò letta venti volte immaginando sempre storie diverse.
    Il rinascimento, la guerra, il romanticismo… “che fine avrà fatto Ennio?!”. Ho pensato di scalpellare tutte le pareti di casa in cerca di altri cimeli (No, non l’ho fatto!).
    La cosa più bella di tutte è stata poter dare voce ancora una volta a Maddalena, la cui volontà era quella di conservare nel tempo, tra calce e mattoni, l’amore.
  • Come ti collochi nel panorama musicale italiano?
    Sui “collocamenti” sono piuttosto fobico.
    Mi spiego meglio:
    Ho sempre ascoltato tanta musica senza mai scinderla in generi o sottogeneri. Allo stesso modo vorrei sentirmi libero da vincoli di “genere musicale” pure io.

    Pop, Indie, Indie Pop, Pop Rock, Alternativa,… ad oggi sono qua in mezzo, domani mattina quando mi metterò davanti al foglio per scrivere non lo so dove andrò a parare.
    Faccio quello che mi piace.
    Una cosa è certa: dopo aver studiato chitarra jazz al conservatorio ho capito che sicuramente non metterò MAI un solo di chitarra in una mia canzone. Li odio!
  • Con chi ti piacerebbe collaborare?
    Motta. Invidio la sua ricerca sonora, la scrittura e dal vivo, passatemi il termine, è “fotonico”. Poi tanti altri che stimo e amo come Gazzè, Tricarico, Guccini… ecco con Guccini sarebbe difficile collaborare, lo guarderei ore attonito, con discreto timore reverenziale.
  • Cosa sogni per il tuo futuro, per la tua musica?
    Sogno da quando ho dodici anni di fare questo lavoro, e visti i tempi che corrono è un grande “atto di fede”. Ma non mi lamento, oggi come oggi non solo per i “menestrelli” è dura.
    Detto ciò, mi darò da fare! Spero di riuscire a fare tanti, tanti, tanti concerti. Per me sono la parte più bella di questo lavoro che premetto essere “il lavoro più bello del mondo”.
    Spero di maturare e continuare a crescere nei testi e nella musica.
    Lo spettacolo che ora porto in giro è un vero e proprio show e lo devo alle sapienti mani dei ragazzi della produzione, tra cui Stefano Bendato, Elio Genzo, Nicolò Libener e Noize Hills Records.
    Quest’anno ho la fortuna di collaborare con tecnici audio e luci che seguono artisti importanti come Ermal Meta, Cristicchi e molti altri, quindi è inutile dire che il live va VISTO!
  • A quando un EP?
    Preferisco l’album completo come concetto. Poi sono ancora uno di quelli da “Concept Album” quindi niente EP, salvo cause di forza maggiore.
    Per l’album comunque direi che ci siamo quasi. “Funambolo” è uscito a marzo del 2018, ma già da prima di pubblicarlo lavoravo alle nuove tracce.
    Quindi è solo questione di ultimare alcune cose.

Civins