Intervista – Domande “sComode” ad Alessandro Proietti

È in radio e disponibile in digitale dal 12 novembre “Elettroshock”  il nuovo singolo di Alessandro Proietti, attore e musicista originario del quartiere Garbatella di Roma. Abbiamo scambiato quattro chiacchiere con l’artista in quest’intervista rilasciata per AgorArt.

Come e perché nasce il singolo “Elettroshock”?

Nasce, come tutti i miei brani, dall’esigenza di scrivere, in questo caso di getto, andando dove mi porta la penna e la strumentale. Edoardo Baiocchi, mio grande amico e producer, mi ha mandato il beat e nel silenzio della notte ho scritto il testo. In studio poi abbiamo sistemato i dettagli.

Puoi parlarci del tuo album “Persiane del ‘40”?

È un album molto personale, dentro c’è gran parte del mio percorso umano e artistico. La maggior parte dei brani li ho scritti anni fa per questo all’interno ci sono scelte stilistiche di diversa natura. “Elettroshock” ci fa chiudere in bellezza, consapevoli del nostro sound e della nostra dimensione musicale.

Come riesci a coadiuvare la recitazione e la musica?

Sono forme d’arte diverse ma che vanno di pari passo. Si completano a vicenda. Non mi risulta difficile farle convivere per ora riuscendo a dedicare il giusto tempo a tutte e due. Se più avanti non sarà così avrò un problema , non saprei proprio quale scegliere.

Cosa speri portare al pubblico con l’uscita del brano?

Buona musica da ascoltare e nel quale rispecchiarsi. Le canzoni possono avere diversi significati in base a quello che percepisce chi le ascolta. Spero di lasciare qualcosa.

Come nasce la tua passione per la musica?

Da quando sono bambino. Fingevo di suonare strumenti, imitavo i miei idoli. Quando ero piccolissimo ho fatto anche qualche palco grazie a mia zia che suonava a Roma. Poi a 14 anni ho cominciato a scrivere, da lì non ho più smesso.

Quali sono i tuoi artisti di riferimento?

Peter Gabriel, Bennato, Eminem e i Linkin Park sono quelli con cui sono cresciuto e che probabilmente mi hanno formato. Tutti ascolti di natura diversa che però mi hanno lasciato qualcosa di importante.

Quanti i social possono far crescere la musica oggi?

Sono uno strumento importante, ma non è tutto ora quello che luccica. Il mercato è saturo e senza una strategia i social non servono a nulla, ci rendono solo un ago in un pagliaio di prodotti da cercare. Fare buona musica spesso non è sufficiente se non si ha un budget per comparire sul mercato.

Civins