In radio e in digitale “Vertigine” il nuovo singolo nato dalla collaborazione tra Levante e il duo di producer “elettronici” Altarboy, formato da Attilio Tucci e Sergio Picciaredda, nomi già legati alle musiche della serie Netflix “Baby” e che ha lavorato alla produzione di questo brano con Antonio Filippelli. Perché allora non fare quattro chiacchiere con loro? E di seguito l’intervista agli Altarboy, rilasciata per AgotART.
–Ciao, ragazzi. Come nasce il progetto Altarboy?
Ciao Giacomo, piacere di conoscerti e grazie per averci dato la possibilità di parlare nel tuo spazio.
Noi siamo amici fin dai tempi della scuola e abbiamo sempre amato e condiviso la passione ed il lavoro per la musica. Una decina di anni fa poi abbiamo dato un nome e definito il nostro progetto, appunto, Altarboy. Il nostro suono affonda le proprie radici nel mondo della musica elettronica, e per diversi anni abbiamo proposto le nostre e produzioni come i nostri live nei club di riferimento della night life underground a livello internazionale. Dopo tre anni circa il progetto muta, si evolve e si contamina con sonorità più pop. Nasce così “Way Beyond” il primo album volutamente ispirato ad un suono 80 reinterpretato ed attualizzato. Abbiamo messo in musica tutta la nostra primissima giovinezza fatta di Synth dai riff molto delineati, di chitarre new wave di voci e atmosfere dream.
–So che siete amici da una vita, chi è il più bravo tra i due?
(Sergio risponde: )Attilio
(Attilio risponde:) Sergio
–Come nasce la vostra collaborazione con Levante?
Prima del lockdown ci trovavamo nello studio di Marco De Angelis, produttore della serie di Netflix “Baby”. Noi eravamo già parte della colonna sonora nelle precedenti due stagioni con quattro singoli insieme ad artisti del calibro di Billie Eilish, Vasco Rossi, James Blake, Vitalic, Chromatics, London Grammar. La lampadina si è accesa con lui che, già innamoratosi del nostro suono, aveva bisogno per la stagione finale della serie, di un brano dal respiro internazionale però cantato in Italiano. A questo punto, quale cosa migliore di unire noi, indipendenti e di nicchia, a un’artista molto affermata in Italia che potesse interpretare in modo originale il nostro suono; così è uscito il nome di Levante. Quando ha accettato siamo stati felicissimi poiche’, da produttori, sapevamo che lei sarebbe stata perfetta sia per il suo modo particolare di esprimersi e cantare che per l’uso di un linguaggio originale e mai scontato.
–Vi aspettavate tutto questo successo da ragazzini?
Lo sognavamo. Poi abbiamo capito che non bastava quindi ci siamo messi a lavorare tanto per ottenerlo. Spesso della musica si guarda solo il lato edonistico, non è esattamente così.
–Quali sono i vostri artisti di riferimento?
Facciamo sempre molta ricerca sia come produttori che come amanti della musica che poi è la cosa più bella. Andiamo un po’ a periodi. Ora sono due o tre anni che abbiamo acceso un po’ di macchine vintage rispolverando tutto il sound 80 e 90.Ci riferiamo a band come i Depeche Mode, i Kraftwerk, Human league, Blondie, Frankie goes to Hollywood, Tears for Fears, Stevie Wonder, Phill Collins, Everything but the Girl, Massive Attack, NIN …
Spesso però andiamo a pescare anche in tutto quel mondo di compositori come Ennio Morricone, Jhon Carpenter, Giorgio Moroder, Cliff Martinez che nella loro genialità sono riusciti ad avvicinarsi molto al pop.
–Come vedete la musica in questo contesto socio-culturale?
La musica riveste un ruolo molto importante nel contesto socio culturale soprattutto in momenti difficili come questo. Unisce le persone, le emoziona, le fa ridere o piangere, stimola ricordi, insomma arriva alla pancia e alla testa della gente. Chi fa musica ha una grande possibilità di raccontare se stesso ma anche di descrivere ciò che vede, il proprio punto di vista delle cose, quindi,nella società,ha anche il suo pezzetto di responsabilità soprattutto quando si rivolge ai giovani cioè a un pubblico più istintivo e culturalmente meno formato.
Civins