Intervista – Domande “sComode” agli Inner Skin

In radio e in digitale da luglio con il brano “Lone Sleeper”, l’ultimo degli Inner Skin, una band nata un paio di anni dall’incontro musicale tra il cantautore Alberto Frasson, il batterista Giorgio Ranciaro, il bassista Francesco Tripaldi. Li ho intervistati per AgorART.

Come nasce il singolo “Lone Sleeper”?

Ha preso forma semplicemente da un arpeggio che mi ha smosso qualcosa dentro, e quel qualcosa è la voglia di raccontare il bisogno umano di condivisione. Mi capita spesso di farmi ispirare dal suono prima che da un testo e nel caso di “Lone Sleeper” è stato così. Anche se sembra mi stia rivolgendo a qualcuno in particolare, in realtà è un augurio, una presa di coscienza di quanto la solitudine e l’unione viaggino di pari passo e di quanto l’una influenzi l’altra. Un auspicio, un desiderio e una necessità che porto dentro.

Cosa volete portare al pubblico con questo brano?

In realtà esprimere se stessi in maniera autentica è il presupposto per qualsiasi forma espressiva. Poi ogni ascoltatore farà proprie quelle vibrazioni rivestendole col proprio vissuto. Quindi non è tanto il portare qualcosa ma dare gli strumenti per trovare quel qualcosa dentro se stessi.

Parlateci un po’ di voi, come nasce la vostra passione per la musica?

Ognuno di noi ha una storia da raccontare riguardo al proprio passato musicale. Questo progetto è giovane e mette insieme tutte le nostre esperienze passate ( e visto la nostra età non sono poche).
Gli Inner Skin hanno preso forma grazie a una serie di eventi fortuiti scaturiti dal mio (Alberto cantante-songwriter) primo incontro con il nostro produttore artistico Fabio Trentini (Guano Apes, H-Blockx- Le Orme) Ho avuto la fortuna di potergli inviare le mie demo e da lì si è aperto un mondo.

È stato lui a farmi incontrare Giorgio Ranciaro (batterista e manager), che proprio in quel periodo si stava trasferendo da Amsterdam a Roma. Ci siamo subito trovati sulla stessa
lunghezza d’onda per quanto riguarda il taglio da dare al progetto, e da li’
abbiamo cominciato a cercare il resto dei componenti tramite inserzioni su portali dedicati.
Abbiamo quindi incontrato Francesco Tripaldi (bassista) che ha messo a disposizione la sua
grande esperienza sul campo. Al momento il nucleo e’ formato da noi 3 ma stiamo
aspettando una risposta che potrebbe farci fare un bel passo avanti. Incrociamo le dita.

Quali sono i vostri artisti di riferimento?

Personalmente ho ascoltato sempre tanto hard rock, partendo dai Pearl Jam, Soundgarden, Alice in Chains, Stone Temple Pilots. Poi A Perfect Circle, Motorpsycho, Sigur Ros, Deftones, Radiohead, Silverchair, Mogwai . Insomma credo che questi gruppi mi abbiano dato un imprinting che mi porto dentro tuttora.

Come vedete la musica in questo contesto socio culturale?

La musica rimane una delle poche cose che riesce a riconnetterci con noi stessi. Noi siamo partiti cercando in lei uno strumento catartico, anche se a livello socio culturale sta perdendo molto del suo “misticismo” e sta diventando sempre di più un business. E qui mi ricollego al discorso dell’autenticità: meno l’espressività è vincolata a uno standard, più diventa potente. Continuiamo ad avere una visione romantica della musica nonostante tutto.

Civins