Intervista – Domande “sComode” agli Studio Murena

“Long John Silver” è Il quinto singolo della formazione milanese Studio Murena con il quale decidono di uscire da ogni vincolo di genere, ma parliamone con loro in questa intervista rilasciata per AgorART.

Come nasce Studio Murena?

Ciao ragazzi! Studio Murena nasce alla fine del 2017 come un trio strumentale, con un occhio
puntato anche verso la video-arte. Il nostro primo progetto infatti è stata proprio la realizzazione di una performance audiovisiva per uno spettacolo organizzato dal dipartimento di composizione audiovisiva del Conservatorio di Milano. Da questa genesi il progetto (ancora formato dal trio iniziale) si è velocemente trasformato. Abbiamo deciso di concentrarci maggiormente sulla parte musicale e abbiamo prodotto il beat-tape “Crunchy bites”. In pochi mesi il gruppo si è sviluppato fino ad arrivare alla formazione odierna con la quale abbiamo debuttato in occasione del festival JazzMi 2018 all’interno di un bunker anti-aereo della seconda guerra mondiale nella zona Nord di Milano. La maggior parte di noi si è conosciuta al Conservatorio di Milano durante i nostri studi (in musica jazz, classica o elettronica), mentre abbiamo conosciuto Carma grazie ai nostri amici in comune dei Deaf Kaki Chumpy e grazie al Plaza Lab Studio.

Come ha preso forma il singolo “Long John Silver”?

“Long John Silver” è un brano che è nato in occasione del live dello scorso anno alla Triennale di Milano, sempre in occasione di JazzMi. Il brano ha preso forma molto velocemente a partire da alcune idee sulla bassline che stavamo sperimentando, in particolare ascoltavamo molto i Tortoise in quel periodo, un gruppo post-rock americano. Da quella linea di basso possiamo dire che si è sviluppato poi l’intero pezzo in sala prove (nella nostra base in cantina da Carma, nella quale nascono sostanzialmente tutti i nostri pezzi).

Cosa volete portare al pubblico con questo brano?

In questo brano coesistono diverse intenzioni forti, la prima è sicuramente quella di voler sviluppare le nostre idee sull’arrangiamento strumentale, che stiamo cercando di affinare sempre di più. In particolare stiamo lavorando molto sull’orchestrazione (pur essendo “solo” in sei, grazie all’elettronica possiamo arrivare a centinaia di timbri e impasti sonori differenti). C’è sicuramente la voglia di voler rendere delle sezioni “matematiche” e complesse il più semplice possibile alle orecchie di chi ci ascolta. Siamo felici di essere riusciti forse per la prima volta a inserire diverse sezioni inizialmente molto lontane tra di loro coese e unite. Oltre a tutta la parte strumentale, il testo comunica la storia di un “pirata metropolitano”, un soggetto costantemente in viaggio nel loop delirante della routine di una grande metropoli, parla di quello che ci circonda, delle vite intorno a noi. Il nome Studio Murena deriva infatti dall’idea della murena come animale predatore, che vive nascosto ma che osserva quello che lo circonda e osservando apprende l’ambiente che lo circonda. Ci piace pensare che la nostra musica e questo brano in particolare possa fermare diversi momenti della realtà urbana metropolitana, che viviamo allo stesso tempo sia da osservatori sia da predatori, ma anche da prede.

Parlateci un po’ di voi e della vostra passione per la musica.

La nostra passione della musica è un qualcosa che viviamo costantemente. Non smetti mai di essere un musicista, ascolti costantemente, ed è forse questa la cosa più bella di amare la musica, perché sei costantemente interessato a ciò che ti circonda, che sia la natura o la vita di una grande metropoli. Come dedusse John Cage, il silenzio assoluto è un’utopia, il suono domina in ogni istante della nostra vita, non puoi realmente mai smettere di ascoltare.

Un desiderio per il vostro futuro musicale?

Ciò che ci preme maggiormente è riuscire a far arrivare la nostra musica a chi solitamente non
ascolta principalmente jazz/soul/musica strumentale. C’è la voglia di allontanarci dalla chiusura del mondo accademico, riuscendo però a portare qualcosa di quel mondo al di fuori. Di sogni ne abbiamo sicuramente tantissimi, il nostro desiderio più grande al momento è di tornare a suonare live, che sicuramente è ciò che rende la musica veramente speciale.

Civins