Intervista – Domande “sComode” ai Clio and Maurice

“Fragile” è il primo EP di Clio and Maurice, un duo impossibile formato solo da voce e violino, rispettivamente Clio Colombo e Martin Nicastro (dei Pashmak). Ecco l’intervista che hanno rilasciato per AgorART.

Come nasce il vostro album “Fragile”?

“Fragile” è una raccolta di brani scritti nel corso di due anni, dal primissimo che abbiamo mai scritto da quando suoniamo insieme fino ad alcuni degli ultimi. Sono pezzi che hanno accompagnato le nostre vite, rendendole più ricche, e a cui dobbiamo tanto in termini di crescita musicale e personale.

Cosa volete portare al pubblico con questo disco?

La nostra massima ambizione è che qualcuno possa riconoscere una parte di sé in quello che facciamo: la nostra proposta cerca di essere in costante equilibrio tra la creazione di nuovi mondi sonori e la loro possibilità di essere abitati.

Parlateci un po’ di voi e della vostra passione per la musica. E come siete riusciti a conciliare una voce al violino.

Il nostro rapporto con la musica nasce, come spesso accade, quasi per caso: è solo con il tempo, le esperienze e gli incontri che è diventata progressivamente centrale nelle nostre vite. Per quanto riguarda l’unione di voce e violino è stata fondamentale una robusta dose di sperimentazione, sia dal punto di vista della scrittura che nell’uso della tecnologia; con il tempo abbiamo trovato una serie di soluzioni: alcune ci soddisfano ancora, altre le abbiamo abbandonate.

Quali sono i vostri artisti di riferimento?

Gli artisti più importanti per questo progetto sono sicuramente una serie di musicisti che hanno fatto della fusione di pop e sperimentazione la propria identità, come Bjork, James Blake e FKA Twigs.

Come vedete il rock in Italia tra Trap e musica “uditivamente” discutibile?

Guarda potrà sembrare paradossale, ma Trap e Rock sono storicamente molto più simili di quanto non possa sembrare: sono entrambi generi musicali giovanili con connotati trasgressivi il cui successo di massa è strettamente legato a dinamiche di tipo industriale. Se ci pensiamo il terrore morale che scatenava Chuck Berry non è così diverso da quello che è successo ad un certo punto in Italia con Sfera Ebbasta. Il problema dell’Italia di oggi più che altro è che la musica, Rock e Trap comprese, non viene considerata in quanto cultura, ma solo come intrattenimento.

Civins