Intervista – Domande “sComode” ai Jazzincase

È disponibile sulle piattaforme digitali e nei digital store, dallo scorso novembre, “the Second” (Irma Records), il nuovo album dei Jazzincase, progetto smooth jazz composto da Kiki Orsi alla voce, Luca Tomassoni al basso e contrabbasso e Claudio Trinoli alla batteria. L’album affonda le sue radici nello smooth jazz, una fusion di generi che vede protagonista in parte il jazz, il pop, la lounge, il drum’nd bass, il rithm’nd blues.

“the Second” è, come suggerisce il nome, il secondo album dei Jazzincase e include cinque inediti e sei cover in cui protagonista indiscussa è la bellezza, che viene presa, sviscerata e cantata attraverso un’analisi musicale ed emotiva politematica: l’album parla della bellezza di amare qualcun altro nel singolo “The game”, e di quella di amare se stessi in “Beautiful like me (a paper doll)”; la bellezza che inganna e poi consuma, come quella descritta nel brano “Missis Hyde”; quella da scoprire ogni giorno e di cui non bisogna mai scordarsi, come raccontato in “C’est un chat! (probable)” e la bellezza di sentirsi avvolgere dall’abbraccio di un amore in “Cover me”.

Abbiamo fatto quattro chiacchiere con i Jazzincase per parlare dell’album “the Second” e della loro musica.

L’intervista

  • Qual è l’idea dalla quale prende il LA questo secondo disco?
    Avevamo nel cassetto 5 brani inediti e quindi ci siamo detti: ” vogliamo provare ad arrangiarli'”. Questi brani avevano come concept comune la bellezza in varie sfaccettature e questo è stato il motore principale per l’inizio di un nuovo album. Il tutto si è concluso in tempi piuttosto ristretti perchè è andata così senza chiedersi quali tempi avrebbe avuto. C’era la voglia di realizzare dei brani che sempre più avessero una personalizzazione sia dal punto di vista della scrittura che della realizzazione. E’ stato un caso averne realizzato uno a così poca distanza dal precedente “Bonbon City” (marzo 2018), la volontà primaria è indubbiamente di divulgare quanta più musica del progetto jazzincase
  • Come nasce il sodalizio dei Jazzincase?
    Kiki la cantante tornando da un viaggio da New York per altro per lavoro, sempre più si è avvicinata al mondo dello smooth jazz e così ha pensato di mettere su un progetto d’insieme dove venissero esaltati gli inediti scritti anche da lei, e non solo. A lei si è poi unito un grande bassista come Luca Tomassoni ( che è anche colui il quale missa i brani) e di seguito un batterista dalla grande prestanza e musicalità come Claudio Trinoli. Dal 2016 sono le menti “portanti” ma a loro si sono accompagnati nella realizzazione dei due album musicisti del calibro di Toti Panzanelli alla chitarra, Luca Scorziello alle percussioni, Eric Daniel, Carlo Maria Micheli e Giovanni Sannipoli al sax, Massimo Guerra alla Tromba, Alessandro Deledda al piano e arrangiamenti, Peter de Girolamo al piano, tastiere ed arrangiamenti, Nerio Papik Poggi agli arrangiamenti e molti altri. Una reunion di musicisti/artisti di valore dei quali siamo molto fieri, orgogliosi.
  • Quale brano sentite più vostro?
    Indubbiamente gli inediti chiaramente, non uno nello specifico. Quello che forse sentiamo di più dal punto di vista emotivo, quello che risentiremmo tante volte senza cambiare canale è “Cover me”. Tutti gli inediti hanno la loro storia ed il loro aneddoto che li ha portati ad essere scritti. Su Cover me c’e’ una particolare. Una notte Kiki ha ricevuto un messaggio che citava “vorrei essere il tuo lenzuolo per poterti abracciare amore mio” . Messaggio arrivato da un numero non identificato dalla sua rubrica telefonica e chiaramente non indirizzato a lei. la somma della bellezza di ciò che era arrivato e la realtà che invece stava vivendo ha fatto nascere la cazone quella notte stessa.
  • Quali sono i progetti per questo disco?
    Divulgarlo quanto più possibile e farci conoscere come progetto anche in ambito internazionale essendo scritto e cantato in due lingue come l’inglese ed il francese. Per ora live, dei quali vengono mandate le notifiche dalla nostra pagina fb (jazzincase.it), esortiamo quindi a cliccare il like a chi ci legge e far arrivare i nostri messaggi di “bellezza”.
  • Il fil rouge dei brani di “the Second” è proprio la bellezza, vi propongo a proposito un gioco: la vostra definizione di bellezza in tweet citando uno o più dei vostri brani.
    beautiful like me ( a paper doll) : lo specchio fa vedere chi sei tu, la tua vita. Quella degli altri lasciala a loro. Tu sei bella così come sei, don’t forget it!

    Missis Hyde: ti guarda, ti ammalia e poi ti ammazza? beh se la guardi te la sei voluta, se ti giri dall’altra parte…anche no!
  • Il jazz è considerato un genere di “nicchia” come può cambiare la visione di questo genere?
    Beh noi il jazz lo mettiamo in valigia, è sempre con noi ma non è sempre il protagonista. Diciamo che ci accompagna e ci ammorbidisce, ci diverte. Veniamo dalla branchia dello smooth jazz, delle commistioni di generi infatti in “the Second” pui trovare oltre alla zampata jazz: pop, swing, dance, lounge, blues e una zampatina rock nella seconda versione del singolo “beautiful like me (a paper doll)” del quale c’e’ per chi lo vuole vedere, anche il video su you tube

Jazzincase, grazie per la vostra disponibilità!
Grazie a te, Giacomo, e a presto!

Civins