Intervista – Domande “sComode” ai Meteora

Dal 20 novembre 2020 è in radio e in digitale “Via Mameli” (The Web Engine), nuovo brano della band siracusana Meteora, un singolo che si configura come una vera e propria ballad dalle sonorità pop/rock dalle atmosfere nostalgiche e malinconiche. Li ho intervistati per AgorART, quindi conosciamoli meglio.

Come nascono i Meteora?

Innanzitutto, ciao Civins! I Meteora nascono a Siracusa nel tiepido autunno del 2016, in un piccolo ma accogliente garage adibito a sala prove nel cuore della città. Dopo esserci presentati velocemente, abbiamo subito acceso gli amplificatori per “conoscerci meglio”, almeno dal punto di vista musicale. Andrea aveva qualche testo su cui lavorare e alcune storie da raccontare, così in pochissimo tempo abbiamo tirato fuori un piccolo repertorio da far ascoltare ad amici e musicisti della nostra città in una sorta di piccolo tour nelle varie sale prove della provincia. Abbiamo avuto la fortuna (enorme) di poter disporre fin da subito di uno spazio nostro in cui suonare, buttare giù idee e registrare le nostre canzoni, quindi suonare è stata una conseguenza assolutamente naturale e immediata. Ecco, potremmo quasi dire che i Meteora nascono per raccontare storie!

Come è nato il vostro singolo “Via Mameli”?

Ecco, Via Mameli è semplicemente un’altra storia da raccontare. Nasce nella primavera del 2019 e cerca di sintetizzare, in meno di 4 minuti, qualcosa che in fondo riteniamo essere universale e comune a tutti. Potremmo quasi definire “Via Mameli” come la storia che conosciamo meglio, a prescindere dall’aver ascoltato o meno il pezzo. Poi ovviamente all’interno ci sono molti riferimenti precisi, ma questo appartiene all’universo delle nostre storie che nessuno conosce.

Cosa volete raccontare al pubblico con questo brano?

Per quanto possa apparire un pezzo malinconico e nostalgico, Via Mameli è comunque mosso da un messaggio positivo. L’idea è proprio quella di comunicare a chi ascolta che, a prescindere da tutto, anche una storia che finisce lascia una traccia indelebile. E il più delle volte è qualcosa da custodire gelosamente, qualcosa che arricchisce, anche se può costare all’inizio molto dolore.

Raccontateci un po’ di voi e della vostra passione per la musica.

Questa è una band relativamente giovane, che ha vissuto qualche avvicendamento, ma che fino ad ora ha trovato stabilità e sicurezza nella passione e nella volontà che i ragazzi al loro interno hanno profuso nel progetto. Cerchiamo di farci spazio in un ambiente pieno di cover band e tribute band che, seppur condividendo la stessa passione, non guardano pienamente all’obiettivo vero dell’espressione di sé stessi attraverso la musica. Solamente una band che fa propria musica, al di là del genere, riesce in ciò, ed è quello che, a modo nostro, cerchiamo di fare al meglio.
La nostra passione per la musica si ricollega a questo discorso. È qualcosa di universale, che tocca però in maniera differente ognuno di noi. Per quanto ci riguarda, è strettamente legata al nostro particolare modo di guardare e vivere la vita, ed attraverso le nostre canzoni cerchiamo di dare espressione a tutto ciò.

Quali sono i vostri artisti di riferimento?

I Meteora sono chiaramente legati all’indie, italiano e straniero, e ai generi collegati. Probabilmente Canova e Zen Circus emergono in particolar modo dalle nostre principali influenze musicali. Tuttavia è davvero difficile trovare degli artisti di riferimento “comuni” a tutti e tre.

Quale ruolo può avere oggi la musica?

La musica, per chi la ama davvero, continuerà sempre ad avere lo stesso ruolo fondamentale di essere una presente e fedele compagna delle nostre vite, al di là del modo in cui queste verranno portate avanti. Cambieranno i tempi, i modi in cui questa verrà fruita e commercializzata, ma quel che di buono lascia dietro sempre resterà, e contribuirà a non far cambiare le cose, nella sostanza.

Civins