Intervista – Domande “sComode” ai Naftalinas

“Tutti vogliono imparare a suonare il Gipsy Jazz” è il primo brano estratto da “Dieci storie sempre al limite del guaio”, nuovo progetto discografico full lenght dei NAFTALINAS. Titoli assai curiosi che sicuramente non passano inosservati e tutt’altro che casuale è il nome della band che giustifica i loro intenti, ossia sdoganare le canzoni di una volta e riportare in vita melodie che giacciono sommerse. Ma lasciamo la parola ai Naftalinas, in quest’intervista rilasciata per AgorART.

Come è nato il vostro singolo “Tutti vogliono imparare a suonare il Gipsy Jazz?”

Il singolo nasce dalla voglia di cimentarsi con un mostro sacro come Django Reinhardt e il suo jazz Manouche, per anni ho cercato di imparare uno standard come Minor swing con l’ukulele senza riuscirci o comunque avendo dei risultati discutibili, poi dalla frustrazione di questo insuccesso, il colpo di genio del demente, il guizzo del campione in acido “SI-PUO’-FAREEEE!!!”
Per un gruppo come il nostro era più facile reinventarsi uno standard Gipsy che fare una cover dalle difficoltà estreme, per il titolo l’assonanza con la canzone del noto cartoon Disney Aristogatti e la voglia di cazzeggio scanzonato ha fatto il resto. A nostro parere il refrain del ritornello è assolutamente irresistibile e quindi da cantare a squarciagola.

Quale “colosso musicale” vorreste imitare ma non osate?

Siamo un gruppo di musicisti curiosi e quindi questa risposta sottenderebbe a un meeting fra di noi per decidere. Fondamentalmente al primo posto metterei i Vulfpeck, un gruppo giovane dalla linea funky che spacca.Tra le cose meno recenti quelle punk rock di Violent Femmes e Ramones, in ultima analisi tutti generi e situazioni inconciliabili con il nostro combo jazz swing dalle sonorità esotico/italiane

Quali sono i vostri artisti di riferimento?

Al primo posto metterei sicuramente Elio e le storie tese per quello che hanno significato per noi e per la vastità musicale affrontata dal quintetto milanese. I nostri testi hanno una matrice comica e disincantata che senza ombra di dubbio nasce dall’amore per gli EELS. I riferimenti dello swing sono per la maggior parte degli anni 50/60 o giù di lì: Dal primordiale Natalino Otto a Carosone, passando per Buscaglione, Nicola Arigliano fino a un più recente ma impossibile da non citare Rino Gaetano.
Lontane reminiscenze di musica in levare sono comunque presenti in quasi tutti i pezzi del disco, Rocksteady e reggae fanno da corollario a un impianto tendenzialmente jazz.

Come nascono i Naftalinas? Raccontateci un po’ di voi e della vostra musica.

I Naftalinas nascono per dare a lustro a un cantante torinese, quel Cesare Cortassa, figura di spicco del canto nell’ukulele italiano da oltre un decennio. Stranamente non aveva un gruppo con cui esibirsi, pur essendo bravissimo e gran cultore, nonché depositario del bel canto italico d’altri tempi. Noi abbiamo solo dovuto assecondare le sue innate capacità, dapprima come un gruppo Live di cover capace di rimescolare le carte in tavola, tirando fuori un senso a canzoni matrioska. Affastellare e mescolare canzoni era un gran divertimento in un gioco continuo di citazioni anche a composizioni antiche legate al nostro secondo vero amore: il Cinema. Poi con la volontà di dare libero sfogo alla nostra autorialità, muovendoci comunque in territori vicini a ciò che più ci divertiva suonare. Se ti vuoi divertire suonando perché limitarsi?

La vostra mission nell’attuale panorama musicale?

Abbiamo imparato negli anni e in formazioni musicali precedenti che inseguire le mode è un gioco poco redditizio, più facile aspettare che la moda passi da te, sempre che tu abbia tempo di attendere…
Di obiettivi a lungo termine quindi non ce ne siamo posti, creare aspettative per un gruppo che aspira ad essere una soluzione leggera a una vita altrimenti pesante non ci gioverebbe.
Per ora pensiamo solo che sarebbe bello poter rappresentare al meglio il nostro disco con un tour che abbia tutti i musicisti che hanno partecipato alle registrazione al nostro seguito.
La mission è divertirsi e far divertire magari anche pensando e per questo noi consiglieremmo l’ascolto del nostro disco “Dieci storie sempre al limite del guaio” ormai riconosciuto da molti un vero antidepressivo.

Civins