Intervista – Domande “sComode” ai Volosumarte

Nati dalla collaborazione tra Martina Catalfamo e Francesco Santalucia, i Volosumarte sono usciti con il brano “Schiavi del sesso”, non casualmente lanciato per la Giornata contro la Violenza sulle Donne, un invito a riconoscere l’amore sano, un urlo di libertà contro la società patriarcale che ha strumentalizzato il corpo della donna. Di seguito l’intervista rilasciata per AgorART.

Come nascono i Volosumarte?

Volosumarte nasce in un caldo pomeriggio estivo di tre anni fa, quando nessuno di noi avrebbe mai immaginato di trovarsi all’interno di una pandemia. Entrambi viviamo di base a Roma anche se io (Martina) sono Siciliana, mentre Francesco è pugliese. Sono proprio le nostre radici che ci hanno permesso di unire il nostro gusto musicale all’interno di un progetto che ci piace definire come una stella che vive di luce propria, al singolare benché plurale. Sopra questo pianeta cerchiamo di essere il più liberi possibile, dando sfogo alla nostra creatività musicalmente e visivamente circondandoci di regist, artis visiv*, performers. Il progetto fonde le mie idee melodiche ed i miei testi con l’universo sonoro di Francesco.

Perché il singolo “Schiavi del Sesso”?

Quello degli “Schiavi del Sesso” è il contesto all’interno del quale si muove la protagonista del brano. Il brano e’ uno sfogo, l’invito a prendere in mano la propria vita all’interno di un ambiente depresso in cui le coppie sono sommerse dall’ipocrisia ed i bambini sono lasciati a giocare con dei videogiochi, un ambiente maschilista che vede l’altro più come un oggetto sessuale che come individuo da amare.

Cosa sperate di portare al pubblico con questo singolo?

Quella voglia di libertà che ti spinge a saltare sui tavoli e ballare, ballare, ballare come se non ci fosse niente di più importante. Quella stessa voglia di libertà che brulica sotto la tua pelle quando ti innamori e che probabilmente è il termometro che ti permette di riconosce l’amore sano, da quello malato.

Parlateci un po’ di voi e della vostra passione per la musica.

Francesco suona da sempre. La prima volta che ha appoggiato le mani sopra un pianoforte aveva 5 anni. Da lì in poi non si è più fermato diventando oltre che pianista, polistrumentista, arrangiatore, compositore di musica di scena e per il cinema. L’ultimo suo lavoro è infatti “Suburra – final season” , l’album – colonna sonora scritto e prodotto insieme a Piotta per Netflix. Io invece nasco prima come ascoltatrice accanita. Mi ricordo quando, da bambina, prendevo le cassette di Mina dei miei genitori e mi mettevo in un angolino a ballare e cantare cercando di non farmi scoprire. Mi vergognavo della mia voce ed infatti ho diretto i miei studi verso la recitazione, altra forma d’arte di cui non posso fare a meno. Nel momento in cui mi sono trasferita dalla Sicilia a Roma, è emersa la necessita di fare musica. Ho comprato la chitarra con i miei primi guadagni da attrice e da lì ho iniziato a scrivere e cantare grazie anche a quella nostalgia che sentivo nei confronti della mia famiglia e della mia terra. Volosumarte è anche questo. Il ritorno alle origini, la navigazione verso una terra vergine, libera dal pregiudizio, quel posto che vorrei diventasse la Sicilia.

Quali sono i vostri artisti di riferimento?

Per il progetto cerchiamo di essere più liberi possibile da ogni forma di condizionamento. Cerchiamo di unire un groove caldo alla psichedelia ed ad un’elettronica contemporanea. Facendo qualche ricerca abbiamo visto di non essere molto distanti dall’indie/pop francese e dalle sfumature musicali dell’Europa contemporanea.

Credete che oggi la musica possa avere un ruolo di denuncia sociale?

Certo. Deve averlo. La musica è il mezzo di comunicazione più potente al mondo. Può veramente aiutarci a compiere un’evoluzione sociale. Nel periodo nero che stiamo attraversando però crediamo che la gente abbia voglia di lasciarsi andare, di viaggiare – quantomeno con il pensiero – e chi, meglio della musica, può svolgere questa funzione salvifica? E’ lei, con tutte le sue sfumature, la grande compagna di ognuno di noi.

Civins