“La foresta invisibile” di Maria Elisabetta Giudici – Recensione

“La foresta invisibile” di Maria Elisabetta Giudici edito da Castelvecchi nella collana Tasti, è un thriller storico, in cui i moti del tempo si intrecciano con quelli dell’animo umano, in una catena di eventi che vanno ad intrecciarsi tra la Grande Storia e quelle dei protagonisti, e con un elemento cardine che attraversa trasversalmente tutta la narrazione, una preziosa collana nata da un ramo strappato via da una foresta sottomarina, il cui ruolo invisibile si capirà solo alla fine del racconto.

La trama
Una preziosa collana di corallo della fine del ‘700, dono d’amore di un pescatore siciliano alla sua donna, arriva, dopo un viaggio di cent’anni attraverso l’Europa, in una Parigi distratta dalle incredibili novità dell’Esposizione Universale del 1900, lasciandosi dietro una scia di amori travolgenti, tragiche rivoluzioni, avventure imprevedibili, vite spezzate.

È in quel momento che fa la sua comparsa Giovanni Caldarola – scalpellino tranese emigrato a Parigi – che, con il coraggio dell’incoscienza, riuscirà a scrivere le pagine bianche di un oscuro complotto. Prigioniero delle sue indecisioni, incalzato dalle ombre dei suoi inseguitori, rischiando la vita e nel tentativo di prevedere le loro mosse, affronterà con astuzia e fermezza l’ansia dell’inevitabile.

L’autrice – Maria Elisabetta Giudici
È nata a L’Aquila ma è vissuta a Roma, dove ha svolto la professione di architetto. Da qualche anno si è trasferita con la famiglia in un piccolo borgo antico ai piedi del Parco Nazionale di Abruzzo Lazio e Molise.

l suo primo romanzo “Il re di carta” (Emersioni – 2019), è risultato vincitore del premio speciale della Giuria “Histonium 2019”. “La foresta invisibile” (Castelvecchi editore – 2020) è il suo secondo libro, vincitore del Premio Acqui Terme 2019 sezione romanzi storici e Premio Etna Book 2020 “Miglior Inedito”.

Recensione
“La foresta invisibile” è un thriller storico ben congeniato dove pulsano le passioni umane, i moti dell’animo anche i più torbidi. La tensione narrativa è ancora meglio sostenuta dall’alternarsi di due vicende portanti iniziate in tempi differenti, ma inestricabilmente connesse, passando da un capitolo all’altro si avverte la sospensione dei vicende, delle vite dei protagonisti, per ritrovare gli altri, e poi riallacciarsi nel capitolo a seguire.

Una passerella di personaggi sempre ben caratterizzati, mai piatti, spesso dolenti nelle loro umane sventure, e soprattutto la galleria di personaggi femminili raccontati mettono in evidenza l’eclettismo delle donne, le contraddizioni e le consuetudine in cui sono da sempre ingabbiate, per lasciare spazio ai moti di orgoglio e dignità che fa alzare la testa di fronte alle ingiustizie, alle iniquità della vita e del costume sociale.

Mentre la collana passa di mano in mano, attraverso luoghi e gi accadimenti di un’Europa in fermento, dal post Rivoluzione Francese all’inizio del XX secolo, i fili della trama si intrecciano per poi dipanarsi e giungere quindi al colpo di scena finale.

Sara Foti Sciavaliere