La ricetta segreta per un sogno di Valentina Cebeni: la vita come una ricetta i cui profumi rievocano memorie e identità storiche – Recensione

Due cucchiai di segreti, quattro bicchieri di forza e intraprendenza, una manciata di magia, un variegato gruppo di donne, un pizzico di destino, caparbietà quanto basta e tanto, tanto amore. Questi sono alcuni degli ingredienti che rendono il libro di Valentina Cebeni, La ricetta segreta per un sogno (Garzanti editore), una pietanza davvero appetitosa.

Ricco e suggestivo, il romanzo parla anche del lato oscuro dell’amore, motore dell’universo. Narra della gelosia, capace di intaccare persino i rapporti più saldi e sinceri. Racconta di perdono, della ricerca di sé attraverso la rivelazione di un passato oscuro e sconosciuto, dal quale si richiede l’assoluzione. Rivela quello stesso passato che sembra riproporsi nocivo e deleterio, ma dal quale ci si può affrancare.

Elettra è una giovane donna costretta a chiudere la panetteria di sua madre, Edda, in coma da un anno. Una serie di circostanze la conduce sull’isola di Titano, dove inizia la sua avventura più importante, quella che la cambierà per sempre. “Tutto ciò che era, la persona che desiderava diventare, era la donna che aveva scoperto di essere su quell’isola, al convento, e prescindeva dalle ricerche su Edda; aveva scoperto una nuova Elettra, forse quella che soffocata dalle pareti troppo strette della panetteria, in città, non era riuscita a emergere. Le piaceva la donna che incontrava nello specchio, al mattino: coraggiosa, tenace. Viva”. Elettra parte per andare alla ricerca non solo di suo padre e del passato della madre, che rappresentano la sua mappa genetica e identitaria, ma anche e soprattutto di se stessa. Così, attraverso la cucina si riappropria del destino, dei ricordi, della felicità, del senso di un’esistenza fatta di rinunce, sacrifici e verità taciute. Attraverso le ricette di Edda, costruisce anche la sua appartenenza sociale, trova il suo posto nel mondo.

Il legame tra cucina e letteratura è più stretto e atavico di quanto si possa pensare. Dagli scritti antichi (Odissea e Satyricon per citare i più famosi), fino ai moderni e numerosi libri di cucina – redatti da personaggi dello spettacolo, a volte, improbabili cuochi -, si trovano brani intensi che descrivono momenti conviviali e ricette che evocano brandelli di storia e volti, ricordi vividi che costituiscono le impagabili reminiscenze dei protagonisti.

Il romanzo di Valentina Cebeni, che inserisce prima di ogni capitolo una precisa ricetta, non fa eccezione. L’esistenza di Elettra, sin dall’infanzia, è legata all’arte culinaria: ogni festività, ogni circostanza particolare è unita a un profumo. Tutti quegli odori e quelle spezie prendono vita, le riportano alla mente episodi e momenti trascorsi con Edda, alla quale si riavvicina proprio quando è più lontana da lei, fisicamente e affettivamente. Elettra ha un rapporto conflittuale con la madre, rea di non averle mai raccontato nulla del suo passato e di averla sommersa di bugie.
Attraverso quel viaggio la giovane si trova dinanzi a una realtà ben più complicata delle sue aspettative.

La permanenza sull’isola, motivata dal desiderio di scoperta delle proprie origini, man mano si trasforma. All’improvviso Elettra si rende conto che ciò che sognava il giorno prima non è adatto all’oggi e al domani. Le basta poco allora per immaginare un nuovo sogno. È decisa a vivere il presente, pur guardando al passato per cercare delusioni ed errori da non ricommettere. Comprende che la vita è una sola che deve abbracciare e vivere completamente, fino alla fine.

Sull’isola conosce Nicole, Dominique, Sabine, Isabelle e Lea, proprietaria del monastero dove si trova la statua di Santa Elisabetta, alla quale Edda è particolarmente devota. Queste cinque donne mostrano a Elettra un mondo diverso dal suo, con regole bigotte e maschiliste contro le quali lottano insieme. E, attraverso sconfitte e vittorie, il loro legame diventa permanente, anche quando il destino cambia di nuovo le loro vite. L’aspetto più importante, a mio avviso, è proprio il vincolo di queste donne. Benché differenti, con storie tristi alle spalle e un futuro incerto, esiliate dalla comunità, sono la dimostrazione che la vera amicizia può esistere. Si conoscono e si rispettano per quello che sono, con i loro difetti e i limiti imposti dal carattere. Si aiutano e si rispettano. Nei momenti difficili si rimboccano le maniche e combattono insieme. Ed è solo così che superano le difficoltà e le avversità. Cebeni, come una perfetta cuoca descrive situazioni e personaggi con estrema precisione. Ciascuno ha caratteristiche proprie che lo identificano, come le ricette nelle quali una spezia rende unico un piatto.

“Vorrei tanto che ci fosse un libro di cucina anche per la vita con tutte le ricette che ti dicono come affrontarla nel modo giusto!… Lo so adesso lei mi dirà – S’impara sbagliando! – No, quello che stavo per dirle, e lei lo sa meglio di tutti, è che sono le ricette che uno si inventa quelle che funzionano meglio di tutte!” Questa frase, tratta dal film “Sapori e dissapori”, riassume a mio avviso, l’essenza del romanzo di Valentina Cebeni, sottolineando che per ciascuno di noi c’è una ricetta precisa diversa dalle altre, una che nelle nostre mani diventa il miglior piatto che si possa realizzare. L’importante è usare le dosi e gli ingredienti giusti.

Emanuela Boccassini