“Le viaggiatrici del Grand Tour” di Attilio Brilli – Recensione

A febbraio 2020, edito da Il Mulino, è stato pubblicato “Le viaggiatrici del Grand Tour” di Attilio Brilli con la collaborazione di Simonetta Neri. Un libro che ripercorre i passi di donne dell’aristocrazia e dell’alta borghesia inglese e francese, che su modello degli uomini, riescono a percorre le tappe del Grand Tour in Europa e in particolare nelle città d’arte italiane.

Il libro
Non solo occasione di formazione culturale e di svago, per il mondo femminile il Grand Tour ha rappresentato quasi sempre un momento cruciale dell’esistenza e spesso ha incarnato un drammatico gesto di liberazione. Parlando delle loro esperienze di viaggio, dame settecentesche e poi esponenti della borghesia, da Anne-Marie du Boccage a Madame de Staël, a Mary Shelley, raccontano romantiche storie d’amore, ma anche intrighi degni di un romanzo nero, sullo sfondo di panorami naturali e artistici che risaltano nella loro luminosa impassibilità. Come insegnano Sydney Morgan o Anna Jameson, le viaggiatrici manifestano una sensibilità che sa insinuarsi nelle pieghe più riposte di un paese per ascoltarne senza pregiudizi le voci, indagarne le condizioni politiche, gli usi e i costumi e scoprirne le insondate ricchezze.

L’autore – Attilio Brilli
È fra i massimi di letteratura di viaggio. I suoi libri sono tradotti in varie lingue. Fra le sue numerose pubblicazioni con Il Mulino segnaliamo: “Il grande racconto del viaggio in Italia. Itinerari di ieri per viaggiatori di oggi” (nuova ed. 2019), “Il grande racconto dei viaggi d’esplorazione” (2015), “Il grande racconto delle città italiane” (2016) e “Gli ultimi viaggiatori nell’Italia del Novecento” (2018).

Recensione
Ho trovato sempre qualcosa di affascinante nei racconti dei viaggiatori del Grand Tour, nei diari dei viaggiatori, guardare le città, i luoghi che da sempre attirano i visitatori sia nel nostro Paese che in Europa, e guardarli e viverli con gli occhi e le emozioni di un altro tempo, per poi fare magari i confronti con le atmosfere di oggi.

Ho quindi apprezzato tanto questa inedita prospettiva sulla letteratura di viaggio, offerta da un esperto come Attilio Brilli, dove gli occhi, la penna, la mente e il cuore sono quelli di donne, che nei giornali di viaggi, nelle epistole fittizie raccontano in un modo proprio la dimensione del viaggio, le opportunità che questo rappresenti per una donna, il riscatto, la ricerca di sé. Il viaggio per queste donne – esempi più o meno illustri del mondo della cultura internazionale tra Settecento e Ottocento – è sia nei luoghi, a contatto con l’arte, la cultura di un popolo, occasioni di suggerimenti pratici per chi come loro vogliono affacciarsi alla stessa esperienza ma è anche un viaggio sentimentale.

A conclusione del libro, che nei vari capitoli riporta l’esperienza a tutto tondo di sedici viaggiatrici, sono anche riportate le fonti dell’opera, attestazione sicuramente di un oculato e attento studio di documenti, carteggi e scritti vari a cui gli autori hanno attinto, ma che permette di approfondire, per chi volesse, l’esperienza delel singole viaggiatrici.

Sara Foti Sciavaliere