Les Misérables: dal musical del West End alla pellicola cinematografica

Candidato a 8 Premio Oscar 2013 ma stroncato dalla critica, arriva il 31 gennaio nelle sale italiane Les Misérables, il film diretto da Tom Hooper, basato sull’omonimo musical tratto dal celebre romanzo di Victor Hugo.

Trama
Per chi ha letto il romanzo sociale dello scrittore francese la storia è di certo nota, ma per chi il volumi enciclopedici di Hugo siano stati un deterrente alla lettura e preferisci un film al libro, la trama di Les Miserabile riguarda le vicende di quanti appartenevano agli strati più bassi della popolazione, i miserabili appunto, nella Parigi dell’800, tra miseria, peccato e redenzione.
Seppure va detto che lo sceneggiatore molto ha sfoltito delle vicende narrate da Hugo, soprattutto quelle che riguardano Jean Valjean dopo la sua scarcerazione (l’incontro col vescovo Myriel, il furto dei candelabri, il perdono).

È il 1815, Jean Valjean (Hugh Jackman) è il prigioniero numero 24601, condannato a diciannove inverni di lavori forzati per aver rubato un pezzo di pane sfamando un nipote affamato. Rilasciato a seguito di un’amnistia prova a ricostruirsi una vita dignitosa nel mondo, nonostante gli avvertimenti e le intimidazioni di Javert, integerrimo secondino della prigione convinto che un ladro non possa che perseverare nel male. Convertito al bene dall’atto caritatevole di Monsignor Myriel, Valjean prende coscienza dei suoi peccati e decide di mondare il suo destino, assumendo il nome di Monsieur Madeleine. Sindaco e imprenditore arricchito a Montreuil sur Mer, l’uomo salva una ragazza dalla prigione, promettendole di proteggere Cosette, la sua bambina, affidata alle cure di due malandrini locandieri. Alla morte della donna riscatta Cosette, diventandone padre e madre insieme. Trascorrono gli anni e Cosette cresce, così come l’ossessione di Javert per Valjean, riconosciuto dietro la maschera del gentiluomo. La Storia poi si mette in mezzo conducendo i due avversari al di là e al di qua delle barricate innalzate dai rivoluzionari repubblicani contro la monarchia. Mentre a Parigi l’insurrezione insorge, le ‘stelle’ in cielo vegliano misericordiose le sorti di Valjean e Javert.

Les Miserables porta con sé i sogni spezzati, l’amore non corrisposto, la passione, il sacrificio e la redenzione, c’è l’ideale religioso di carità (Valjean) e quello di una religione punitiva (Javert). È solo una frazione del capolavoro di Hugo ma non mancano certo i sentimenti “forti”, ma questo non è bastato per ottenere il plauso della critica.

Les Miserables è tra i nove titoli che si contendono l’Oscar 2013 e può vantare un cast monumentale – tra gli interpreti principali ci sono: Hugh Jackman, Russell Crowe, Anne Hathaway, Amanda Seyfried, Sacha Baron Cohen e Helena Bonham Carter – eppure è stato definito piatto, poco profondo, sentimentale ed emotivamente manipolatore. “USA Today” vi ha dedicato quasi una pagina intera solo per parlarne male e anche in Italia, dov’è stato presentato in anteprima alla stampa, le bocciature non si sono risparmiate.

A penalizzarlo, forse, il confronto con il musical che 30 anni fa – scritto nel 1980 da Claude-Michel Schönberg e Alain Boublil – sbancò nel West End fino a diventare il musical più longevo di Londra mentre a Broadway guadagnava otto Tony Award?
Les Misérables ha debuttato per la prima volta a Londra al Barbican Theatre l’8 ottobre 1985, si è trasferito al Palace Theatre il 4 dicembre 1985, e dopo 19 anni ha traslocato presso la sua attuale dimora, il Queen’s Theatre, il 3 aprile 2004. Quando Les Misérables ha celebrato il suo 21mo compleanno londinese, l’8 ottobre 2006, è diventato il musical più duraturo del mondo, superando il record prima detenuto da “Cats” al West End di Londra. A gennaio 2010, la produzione del West End ha battuto un altro record celebrando la sua storica 10.000ma replica. Visto da più di 60 milioni di persone in tutto il mondo in 42 paesi e 21 lingue, Les Misérables è diventato indubbiamente il musical più popolare del mondo e della storia, con nuove produzioni che continuamente vengono messe in scena in tutto il globo.

Possibile che con la candidatura alla statuetta più ambita del cinema internazionale, un cast stellare, un impiego non indifferente di mezzi e risorse, e la materia prima di un classico intramontabile della letteratura, risorto nei teatri in un musical di straordinario successo manchi così tanto di sostanza come sostiene la stampa e la critica?… Lasceremo il verdetto alla “giuria popolare”! Da domani Les Miserables sarà nelle sale di tutta Italia e sarà la gente a dire la propria!