“L’inquisitore di Lagoscuro” di Laura Caterina Benedetti – Recensione

Con una nuova veste grafica, un capitolo aggiuntivo e il testo revisionato, torna di “L’inquisitore di Lagoscuro” di Laura Caterina Benedetti, in una nuova edizione auto pubblicata. Un romanzo di ambientazione medievale, dalle atmosfere noir, animato da intrighi, misteri e forti passioni.

La trama
XIV secolo, città di Monferrante
Dopo la condanna a morte di Teodoro la vita della sorella è sconvolta: fanciulla di alto lignaggio, ha per molto tempo rifiutato ogni pretendente, ma ormai il nome dei Corsignani è marchiato dalla vergogna. Il padre, temendo che nessuno aspirerà mai più alla mano di Erminia e non sopportando l’idea di chiuderla in convento, decide di concederla in sposa allo zio di lei, ricco e potente ma anche brutale e violento.
Quando tutto sembra perduto, sulla strada di Erminia appare l’ombra di Fiordinando di Lagoscuro: affascinante, nobile e dall’oscuro passato, gli è bastato uno sguardo rubato in tribunale per desiderare il possesso della bella e giovane dama. Lei è convinta che il giudice voglia costringerla a una vita peccaminosa al proprio fianco, ma quando la situazione precipita deve fare una scelta e fidarsi del cuore…

L’autrice – Laura Caterina Benedetti
Piemontese, ha dimostrato amore per la lettura fin da piccola; più tardi è venuta fuori la sua vena artistica, che le ha permesso di riversare nella scrittura fantasia ed emozioni. Le piace esplorare generi diversi, ma ama soprattutto inventare storie d’amore. Ha esordito come autrice indipendente nel 2012 con il romance “Non ti sposo!”, a cui sono seguiti altri lavori.

Recensione
Un romanzo storico con tendenze romance, una storia dalle tinte cupe dei tempi oscuri e duri del Medioevo e dei suoi intrighi e dei suoi misteri, ma anche a tratti intense sfumature rosa, di quell’amore che muove il cuore e le azioni di un uomo rigoroso e leale che, da tempo fedele alla causa dell’Inquisizione, trova una ragione di felicità in Madonna Erminia Corsignani, bella, colta e tenace.

Erminia è l’immagine di ogni donna vissuta in un’epoca di ingiustizie, soprusi e vessazioni contro “le figlie di Eva”, ridotte a una condizione servile e sottomessa, a dispetto anche del proprio rango, calpestate nella dignità, mercificate al migliore offerente per mano del proprio stesso sangue. Ma Erminia è anche un’eccezione (quella che purtroppo conferma la regola) che dà prova di forza, di coraggio, di caparbia volontà nel fare rispettare il suo pensiero, sostenuto dagli insegnamenti del fratello maggiore (anticonvenzionale e dedito al vizio fino all’eretico ma affezionato alla sorella) e protetta da Fiordinando di Lagoscuro, affascinato non solo dalle grazie della ragazza ma dal suo spirito acuto e allo stesso tempo dalla purezza dei suoi sentimenti.

La cover è una perfetta sintesi del personaggio dell’Inquisitore di Lagoscuro: inflessibile, temerario nella sua armatura di guerriero, ma ancora d’animo cortese e di un amore passionale e al tempo stesso devoto e tenero, come la rosa rossa che porge (idealmente possiamo immaginare) alla sua Erminia.

Ben scritto, con linguaggio ricercato, mai banale e dialoghi che sostengono il ritmo della narrazione. La lettura scorre alla ricerca del nodo che sciolga l’intrigo della trama, che riporti la giustizia e liberi i protagonisti dai pericoli incombenti e le ombre del passato, per raggiungere il finale, carico di incertezze e tensioni, non un mieloso happy end da romance classico, ma personalmente più gradito per la coerente veridicità.

Sara Foti Sciavaliere