“Lo schiavo di Antiochia” di Ornella Albanese – Recensione

Ornella Albanese è tornata il 2 maggio con uno dei suoi romance storici della collana per l’edicola di Mondadori, con “Lo schiavo di Antiochia”, disponibile anche in formato digitale sugli store online.

La trama
Otranto e Terra Santa, 1100
Intenzionata a rivolgersi al potente Gaddo di Terrabianca per ottenere la sua protezione per i territori del padre, la nobile Elèni Akantos acquista uno schiavo da combattimento normanno da recargli in dono. Affascinata fin da subito dagli occhi da belva del giovane di cui entra in possesso, Elèni apprende che si è macchiato di tradimento e che è stato addestrato dai saraceni alla lotta, diventando feroce e letale come loro.
Sullo sfondo di trame, alleanze, perversioni e imprevedibili tradimenti, in un medioevo cruento e crudele, nasce così l’appassionante storia d’amore tra una donna bellissima, pronta a sfidare il pericolo per amore, e uno schiavo dal passato misterioso.

L’autrice – Ornella Albanese
Una delle più apprezzate autrici italiane di romance. Tra le altre opere dell’autrice già pubblicate da Mondadori nella collana I Romanzi Classic, ricordiamo “Il filo di Arianna”, “Inganni d’amore”, “Cuore di lupo”, “L’ombra del passato”, “L’avventuriero che amava le stelle”, “Il profumo dei sogni”, “Aurora d’amore”, “Il cacciatore di dote”, “Il cacciatore di nuvole”, “La cacciatrice di storie” e “Follia d’amore”. Non dimentichiamo però anche i romanzi “L’anello di ferro”, “L’oscuro mosaico”, “Il sigillo degli Acquaviva”, “La casa Turquesa”.

Recensione
Si tratta di un romance storico? Beh, sì… oppure un romanzo storico con tinte rosa che si accendono qua e là del rosso delle passioni. Dopo aver letto, credo, ogni libro scritto da Ornella Albanese, non mi dovrei stupire… comunque “Lo schiavo di Antiochia” è intenso, ben scritto e dinamico (inutile dirlo), denso di storia, di dettagli lasciati emergere con naturalezza nel corso della narrazione, arricchendola, creando echi dal passato, senza mai essere forzata o pesante. È facile immaginarsi i luoghi, gli ambienti di cui Ornella Albanese scrive, come è facile provare una sentita empatia con i personaggi poiché entri nei loro pensieri, nei loro sentimenti (nel bene o nel male). Ha ragione l’autrice quando afferma che il Medioevo è l’epoca in cui tutto si percepisce in modo amplificato a partire dai sentimenti, e questa intensità salta fuori dalle pagine, affascina il lettore e lo afferra con forza trascinandolo nelle avventure di Eléni e il Rinnegato Normanno.

Nelle storie di Ornella Albanese ho sempre riscontrato una particolare abilità nell’inserire colpi di scena; non solo, infatti, la tensione narrativa si mantiene sempre alta, ma in maniera davvero inaspettata l’autrice allerta ancor di più l’attenzione e la curiosità del lettore con spunti stuzzicanti. È così, insieme a una serie di flashback – che spostano la scena da Otranto alla Terrasanta – che si ricongiungono le trame de “Lo schiavo di Antiochia” per svelare i misteri e i segreti dell’affascinante e feroce schiavo normanno e la fosca figura di Gaddo, con tutti i personaggi che orbitano loro intorno.
La lettura scorre veloce, avvincente e alla fine dispiace di essere arrivati all’epilogo.

Sara Foti Sciavaliere