L’Oriana è la fiction-evento della prossima stagione di Rai1 in due puntate, dirette da Marco Turco e prodotte da RaiFiction e Fandango tv. La mini serie racconta la storia di una donna protagonista del XX secolo, la giornalista e scrittrice Oriana Fallaci, e a interpretarla è Vittoria Puccini.
Il set di L’Oriana è stato allestito in giro per la Toscana: prima a Pelago, dove è stata ricostruita una scena di guerra con gli impiccati in piazza, al Castello di Sammezzano, a Mercatale e poi a Firenze. Un pomeriggio sulle scalinate dell’Abbazia di San Miniato al Monte, dove state girate due scene: la prima ha visto un’Oriana 14enne adornata di treccine in stile Pippi Calzelunghe che infila la scalinata di corsa nascondendosi in chiesa inseguita dai fascisti durante la Resistenza, mentre la seconda ritrae la giornalista in nero, al funerale del padre, visibilmente scossa nel bisbigliare emozioni alla bara di scena.
Altre scene sono state girate anche in Vietnam per raccontare il lavoro della Fallaci come inviata durante quella guerra terribile. Questa donna straordinaria è stata infatti la prima reporter di guerra italiana. «Un’esperienza pazzesca – ha raccontato la Puccini –. Un grande sforzo che ci ha ripagato in termini di realismo delle scene. Abbiamo girato a Ho Chi Minh City, la vecchia Saigon, con 45 gradi e un’umidità altissima. È una città caotica, con un traffico incredibile. In quel caos, il regista Marco Turco è stato eroico. Abbiamo anche girato all’Hotel Continental, dove alloggiava Oriana durante la guerra».
Già nel titolo L’Oriana c’è dentro tutta la toscanità della Fallaci, fiorentina proprio come l’attrice che riporterà sul piccolo schermo, Vittoria Puccini «Anch’io ho l’abitudine, da buona toscana, di mettere l’articolo davanti ai nomi. Mia figlia per me è l’Elena… Era giusto caratterizzare, fin dal titolo, un aspetto importante della personalità di Oriana. Quando le chiedevano se era italiana lei rispondeva: “No, sono fiorentina”. Aveva un forte attaccamento alla sua terra», spiega l’attrice.
L’Oriana vuole raccontare sia la storia umana che professionale di questa donna che, giovanissima, si unì alla Resistenza, e poi si dedica anima e corpo, sempre instancabile, al suo lavoro di scrittrice e di giornalista in prima linea, fino alla lotta con la malattia. Senza dimenticare la sua vita sentimentale, i suoi due grandi amori, il dissidente greco Alekos Panagulis e il collega francese François Pelou.
Una donna temeraria e forse troppo avanti per i suoi tempi, quasi sempre con una sigaretta tra le labbra o tra le dita. Quelle dita laccate di rosso anche durante nei suoi reportage nei luoghi di guerra, gli occhialoni da sole neri e l’eyeliner sugli occhi. Una donna dura, in lotta con i tempi, che però non perde la sua femminilità.
«Questo film potrebbe suscitare delle polemiche, proprio come le suscitava la Fallaci –così ha commentato il suo nuovo lavoro Vittoria Puccini al Corriere della Sera – Si può amarla o odiarla, essere d’accordo o no con le sue invettive, ma credo che la sua storia, la sua vita, meritino di essere raccontate, non dimenticate».