È morto Giorgio Faletti: oltre 30 anni di carriera, dal cabaret alla scrittura

Giorgio Faletti, attore, scrittore, musicista e perfino pilota, aveva scoperto pochi mesi fa di avere un tumore ai polmoni. L’artista piemontese muore a 63 anni e i funerali si svolgeranno martedì 8 luglio ad Asti.

Faletti era nato ad Asti il 25 novembre del 1950. Personaggio poliedrico, artista dai tanti volti, ha conosciuto il successo in vari ambiti artistici: dalla tv per tutti, alla scrittura, alla musica come cantante e autore, fino al cinema impegnato.

Messa da parte la laurea in giurisprudenza e, a partire dagli anni Ottanti, si fa strada come cabarettista in tv, facendo ridere il grande pubblico a “Drive in”, e poi quello della prima serata del sabato in un “Fantastico” (era il 1990) con Pippo Baudo, Marisa Laurito e Jovanotti. Intanto, laureato in Giurisprudenza, coltiva anche la passione per la musica pubblicando nel 1988 pubblica il primo mini-album “Colletti bianchi”, colonna sonora del telefilm omonimo che lo vede fra i protagonisti.

Nel 1991 suo secondo disco, “Disperato ma non serio”, che contiene tra le altre canzoni, “Ulula”, uno dei brani più trasmessi in radio nell’estate 1991. Sempre quell’anno scrive per Mina, “Traditore”, e la include in “Caterpillar”, ma poi sarà anche autore di brani per Milva, Fiordaliso, e Branduardi.

Nel 1992 partecipa per la prima volta al Festival di Sanremo in coppia con Orietta Berti con la canzone “Rumba di Tango”, inserita poi nel suo terzo album “Condannato a ridere”. A Sanremo torna nel 1994 e vince il premio della critica, classificandosi anche al secondo posto in assoluto, con “Signor Tenente”, una canzone ispirata alla strage di Capaci e d’Amelio, che è rimasta nell’immaginario collettivo. Giorgio Faletti inserisce la canone nell’album Come un cartone animato, che gli procaccierà il primo disco di platino per le vendite.

Tornerà sul palco di Sanremo nel 1995 per cantare L’assurdo mestiere, ancora sorprendendo pubblico e critica con quella che si rivela un’autentica preghiera rivolta al Padreterno; “un brano in cui espongo le ragioni per cui vale la pena vivere”, spiegò l’artista piemontese.
Prese parte al Festival anche in veste di autore: sua è infatti Giovane vecchio cuore interpretata dalla rediviva Gigliola Cinquetti.

È però nel 2002 che Giorgio Faletti sorprende tutti, pubblico e critica, con il suo straordinario esordio da narratore con il primo thriller, “Io uccido”, che vende oltre 4 milioni di copie. Nel 2004 raddoppia con il secondo romanzo “Niente di vero tranne gli occhi”, che al momento ne ha vendute tre milioni e mezzo, per continuare poi la fortunata carriera di scrittore.

I suoi libri sono tradotti in 25 lingue e pubblicati con successo crescente, oltre che nel Vecchio Continente, anche in America Latina, in Cina, in Giappone, in Russia e dal 2007 pure negli Stati Uniti e nei paesi di lingua anglosassone. Il nuovo boom di vendite gli deriva da Fuori da un evidente destino (Baldini Castoldi Dalai), un romanzo ambientato in Arizona e centrato sugli indiani Navajos.

Nel 2008 arriva la sua prima raccolta di racconti, Pochi inutili nascondigli (Baldini Castoldi Dalai), finalista del Premio letterario Piero Chiara l’anno successivo, mentre esce il suo quarto romanzo, Io sono Dio (Baldini Castoldi Dalai). E poi ancora: Appunti di un venditore di donne, il primo romanzo che ambienta in Italia (Milano), Tre atti e due tempi, immerso nel mondo del calcio, e infine l’autobiografia Da qui a ora.

È stato anche attore impegnato, in “Baaria” di Tornatore e nel film “Il sorteggio” di Giacomo Campiotti oltre al film cult “Notte prima degli esami”, in cui recita nei panni di Antonio Martinelli, professore apparentemente acido e spietato che si rivela invece un cuore d’oro stringendo un solido patto di solidarietà con la sua “vittima”, lo studente Nicolas Vaporidis. Questa interpretazione gli è valsa la nomination al David di Donatello come migliore attore non protagonista.
Giorgio Faletti – Signor Tenente – Sanremo 1994