NapoliCittàLibro: il Salone del Libro e dell’Editoria sul Vomero

Segue all’esperienza del 2018, da considerarsi l’“edizione zero”, NapoliCittàLibro, che torna dal 4 al 7 aprile 2019 in una nuova e prestigiosa sede, con un tema ricco di suggestioni, il sostegno di numerosi, qualificati partner anche istituzionali e un’idea ambiziosa per il futuro.

La sede della kermesse dell’editoria è Castel Sant’Elmo, il castello medievale che domina la collina del Vomero e su cui nel 1799, esattamente duecentoventi anni fa, fu issata la bandiera della Repubblica Napoletana. Un luogo ricco di storia e simbolo di libertà, da cui NapoliCittàLibro vuole rilanciare la sfida già proposta l’anno scorso a San Domenico Maggiore: dimostrare che è possibile organizzare un grande evento di promozione della lettura, qui a Napoli, in una cornice di bellezza e cultura.

Il tema che abbiamo scelto quest’anno come filo conduttore è “Approdi. La cultura è un porto sicuro”. Attraverso l’esperienza del Salone del Libro e dell’Editoria, Castel Sant’Elmo e Napoli vogliono continuare a essere quello che sono stati per secoli: un luogo d’apertura, al centro delle rotte del Mediterraneo, dove trovano casa tutti gli autori, le idee, le storie. NapoliCittàLibro non si rivolge a una nicchia di esperti del settore, ma all’intero panorama editoriale: ci sarà spazio per la narrativa, la saggistica, la poesia, gli incontri con gli scrittori e i momenti di confronto sui grandi temi sociali, culturali e politici del nostro tempo, in un incessante dialogo tra approfondimenti dal respiro nazionale e proposte legate al territorio e che possano partire dal territorio.

Tutto questo non sarebbe stato possibile senza l’aiuto e il sostegno degli enti pubblici e dei partner che hanno creduto nel progetto. A cominciare dal MiBAC, il Ministero per i Beni e le Attività Culturali, che ha concesso la partnership, con la collaborazione diretta del Centro per il Libro e la Lettura che sostiene tutto il programma e ha scelto questa sede per organizzare la seconda convention nazionale di Città che legge, il progetto di promozione della lettura rivolto a tutti i comuni italiani. C’è il Polo Museale della Campania, che mette a disposizione la sede; ci sono le iniziative con la Rai, l’Ordine Nazionale dei Giornalisti, la Scuola per Librai Umberto ed Elisabetta Mauri. Soprattutto, ci sono l’AIE – Associazione Italiana Editori, e gli editori italiani che hanno accolto il nostro invito e parteciperanno al Salone. Ci sono tanti partner privati locali.

In questa edizione arriveranno a Napoli tutti i big nazionali dell’editoria e la loro presenza, unita a quella dei tanti piccoli e medi editori nazionali, campani e napoletani, costituisce un fattore decisivo nel definire quello che è l’ambizioso obiettivo di NapoliCittàLibro: restituire alla città un ruolo strategico sulla mappa dell’editoria e della cultura in Italia.
Per il settore del libro e della lettura, questo storico non è dei più allegri: dal 2010 tutti gli indici nazionali sono accompagnati dal segno “meno”, con una contrazione che purtroppo raggiunge i picchi più elevati proprio nel Sud Italia.

NapoliCittàLibro vuole essere il grande Salone del Libro e dell’Editoria da cui parta la riscossa del Mezzogiorno. Nel Settecento le due capitali della cultura europea erano Napoli e Parigi. Per tornare a una simile condizione, se mai sarà possibile, ci vorrà molto tempo. Quello a cui si può aspirare fin da subito è un cambio di direzione: definita troppe volte in senso dispregiativo come la terra di Gomorra o la “terra dei fuochi”, la nostra può diventare la terra dove si riaccende il fuoco della cultura e della lettura.