Noah: al cinema un kolossal biblico con Russell Crowe. Le censure dell’Islam

Noah è la trasposizione cinematografica del regista Darren Aronofsky, che si è ispirato molto liberamente, al patriarca dell’Antico Testamento, autore dell’Arca che sopravvisse al diluvio universale. 

Le riprese del film sono state fatte in Islanda (tra Dyrhólaey, Fossvogur e Reynisfjara), in Messico (nello stato di Durango) e negli Stati Uniti d’America (tra gli stati di New York, Mississippi e California).

Nel cast, oltre a Crowe, ci sono Jennifer Connelly (Naamah, la moglie di Noè), Anthony Hopkins (Matusalemme, il nonno di Noè) ed Emma Watson (Ila, figlia adottiva di Noè).

Aronofsky – ateo con radici ebraiche – dà la sua interpretazione della nota vicenda raccontata nel libro della Genesi, apportando modifiche per assecondare la propria visione. A differenza di Mel Gibson con La passione di Cristo, Darren Aronosfky si distanzia dalla sacralità del testo e si concentra su un uomo e la sua devozione al compito che deve portare a termine.

In Noah il nome di Dio non è mai chiamato in causa (o invano) se non come “il Creatore” e in questo il regista non vuole rispettare uno dei comandamenti, piuttosto tiene a sottolinerare la connotazione ateista della sua opera. Tutta la narrazione del film è concentrata in realtà su Noah, interpretato da Russell Crowe.

Noah è rappresenta “il contenitore di tutte le ossessioni, le paure e i sacrifici che la storia porta con sé. Un uomo la cui abnegazione non è seconda a niente e a nessuno, nemmeno alla sua stessa famiglia e alla futura progenie che lui vorrebbe eliminare perché impura, così come la sua mente diventa in preda al delirio”.

Il tema della creazione con Adamo ed Eva nell’Eden, sfiorato nella pellicola, viene mostrato attraverso un montaggio rapido di disegni stilizzati generati al computer. Gli Angeli Caduti invece diventano mostri di roccia con voci cavernose ispirati ai moderni fantasy.

Noah censurato nei Paesi islamici

Il film è stato vietato in Pakistan, Bahrain, Qatar, Emirati Arabi Uniti, Malesia, Indonesia, Medio Oriente e paesi Nordafricani prima del suo rilascio, perché secondo i governi di quei paesi “il film contraddice gli insegnamenti dell’Islam”.

Sabato 5 aprile un funzionario del ministero dell’Interno della Malesia ha annunciato la proibizione del film dichiarando che la principale ragione della censura è che l’Islam vieta la rappresentazione di qualsiasi profeta. Di fatto, nella religione islamica Noè, così come Gesù, è riconosciuto come profeta. In passato le autorità malesi avevano già censurato altri film per motivi simili, tra cui La passione di Cristo diretto da Mel Gibson, e Brokeback Mountain, la storia d’amore tra due cowboy omosessuali.

In Egitto, invece, l’uscita di Noah era inizialmente prevista per il 26 marzo, tuttavia è stata  fortemente contestata dal gruppo islamista Al-Azhar, che in un comunicato aveva spinto il governo a bloccare la proiezione del film e aveva scritto: “Al-Azhar rinnova la sua opposizione alla proiezione di qualsiasi film che rappresenti i profeti di Allah e i messaggeri e compagni del profeta Maometto”. Un esponente di un gruppo salafita aveva detto che “raffigurare i profeti artisticamente è un crimine” perché può mettere in discussione le loro azioni, e perché “gli attori non possono accuratamente imitare i comportamenti, le abitudini e l’apparenza dei profeti”.

Nel disclaimer del film Noah è scritto: «Il film è ispirato alla storia di Noè. Sebbene siano state prese alcune licenze artistiche, crediamo che questo film sia fedele all’essenza, ai valori e all’integrità di una storia che è una pietra miliare nella fede di milioni di persone in tutto il mondo. La storia biblica di Noè può essere letta nel libro della Genesi».

Trailer_Noah