Olivetti – La forza di un sogno andrà in onda in due puntate su Rai1 lunedì 28 e martedì 29 ottobre in prima serata.
La fiction è una coproduzione Rai Fiction e Casanova Multimedia di Luca Barbareschi e racconta la vita di Olivetti, dell’uomo che costruì il primo computer al mondo – grazie anche all’intuizione e al lavoro del figlio Roberto -, ma che non smise mai di sognare un futuro diverso per il suo Paese e un’industria al servizio della comunità, fino alla sua inspiegabile morte, per infarto fulminante, su un treno per Losanna nel 1960, ad appena 59 anni.
L’ingegnere Adriano Olivetti diede vita ad una visione d’azienda, già moderna al suo tempo, che parlava di partecipazione alla vita di fabbrica, di finalità materiali e morali del lavoro, d’impresa che crede nell’uomo e nelle sue possibilità di riscatto e di elevazione. Il film si apre nel 1960 con una Olivetti già sulla cresta dell’onda e con la morte del suo creatore sul treno per Losanna. Da lì un flash back che lo riporta bambino, alla sua prima volta in fabbrica, fino alla vera e propria consacrazione di leader della Olivetti con l’ideazione della macchina da scrivere Lettera 22.
A interpretare l’ingegnere e imprenditore di Ivrea sarà Luca Zingaretti. Accanto a lui Stefania Rocca è Karen Bates, l’aviatrice americana che il giovane industriale aveva salvato dai nazisti e che poi rincontrerà, ignorandone il ruolo di agente inviata in Italia dalla Cia per spiarlo, figura che nel film è vagamente romanzata. Massimo Poggio, invece, è il compagno d’infanzia Mauro Barale, che poi lo tradirà, passando alla concorrenza. Francesca Cavallin è la bellissima prima moglie Paola Levi, mentre Elena Radonicich è Grazia, la seconda importante donna della sua vita. Roberto Accornero veste i panni di Enrico Fermi e Francesco Pannofino quelli di Dalmasso, industriale del novarese acerrimo oppositore di Olivetti e delle sue idee progressiste. Fanno paret del cast anche Domenico Diele, Antonella Bavaro, Bruno Armando, Vincenzo Alfieri, Yoon C. Joyce, Giulio Cristini, Serena Rossi.
Il regista Michele Soavi, nipote di Olivetti, ha fatto ricorso anche ai ricordi di famiglia, “ai racconti di mia madre e di mio padre”, per tratteggiare quell’“uomo ispirato”, quel nonno che “aveva la passione per il cinematografo ma si addormentava dopo mezz’ora di proiezione, russando”. Una storia che lo ha messo di fronte a un pezzo di vicende familiari, tanto da definirsi inizialmente timoroso a “prendere nelle mie grezze mani di regista di polizieschi una storia che è un meraviglioso vaso di cristallo”.
“Portando il suo personaggio in scena, mi sono reso conto di quanto la sua visione fosse straordinaria, pensando alla fabbrica non solo dal punto di vista della produzione ma anche da quello della comunità sociale”, ha raccontato poi Luca Zingaretti “in questi anni bui, dove il lavoro è un lusso, spero nel mio piccolo di aver lanciato un messaggio di speranza”.