“Oltre il buio della notte” di Paolo Parrini – Recensione

L’opera poetica “Oltre il buio della notte” di Paolo Parrini (La Vita Felice, 2019 pp. 132 € 14.00), spiega, con commovente tenerezza, l’esito toccante ed emozionante della maturità intima dell’autore, suggerisce la celebrazione sensibile del passaggio frantumato dell’anima, nella transitorietà della superficie spirituale, rivela la vitale dissonanza delle incompatibilità umane, abbraccia l’accettazione nel sentimento della compassione, insegue la direzione necessaria per intraprendere un percorso di arricchimento e d’integrazione nella natura umana.

Il libro
Paolo Parrini racconta la storia di un cammino dentro la propria vita e dentro quella della propria epoca; lo fa narrando le sue emozioni, i suoi dolori, i suoi amori. Ecco che le “Sfumature d’amore” sono intrise di mancanza e di ricerca incessante, alla ricerca di un senso a questa vita, senso che solo l’amore può giungere a comprendere. L’amore si riflette nei volti delle persone amate, dalla madre al padre, dalla donna amata ai figli, sino ai volti di chi è stato solo un incontro casuale, ma ha lasciato un segno profondo: nasce così la seconda sezione, “I volti dell’amore”. Come in un percorso inevitabile, poi il libro si dipana “Tra la vita e la morte”: si può quasi affermare che vita e morte siano due facce dell’amore stesso, poiché a due sfumature di esso riconducono. A questo scopo le “Rimembranze” cullano il doloroso andare del poeta, così come la parte finale, “Emozioni e sentimenti”, costituisce una sorta di grido non privo di speranza. La silloge si pregia inoltre della prefazione di Renato Minore, critico letterario e poeta.

L’autore – Paolo Parrini
Nasce nel 1964 a Vinci.Vive da sempre a Castelfiorentino,con la moglie e due figli. Amante da sempre della lettura,si laurea in scienze politiche nel 1992 a Firenze. Ha pubblicato sette libri di Poesia: “Di vita, di solitudine e di amore” (Pagine Edizioni, 2015); “Di luce e d’ombra” (Aletti Editore, 2016); “Tra la terra e il cielo” (Aletti Editore, 2018); “Quando cadranno i giorni” (Giuliano Ladolfi Editore, 2019); “Oltre il buio della notte” (La Vita Felice Edizioni, 2019); “Un uomo tra gli uomini” (Giuliano Ladolfi Editore, 2020); “Dentro tutte le cose c’è amore” (Puntoacapo Edizioni, 2021).

Recensione
In “Oltre il buio della notte”, Paolo Parrini traduce le parole giunte dall’invocazione metafisica di un luogo trascendente, dove la sensazione persistente di ricevere ospitalità trova la sua accoglienza nell’invisibile osservazione di una convinzione sovrumana, trascende il margine dell’oscurità, ricompone la tensione romantica verso l’infinito, l’esplorazione struggente dell’ultraterreno, l’instabilità fluttuante del frammento d’ombra e della reliquia della luce, la soglia incorporea tra la terra e il cielo.

Paolo Parrini protegge la condizione umana posando lo sguardo oltre la suggestione del tempo, coltiva il silenzio introspettivo liberando il contenuto autonomo della poesia, evidenziando l’espressione elegiaca, nell’abitudine poetica di comprendere la vita. Lascia parlare ogni simbolo di somma autenticità, ogni innocente candore delle ferite interiori, raccoglie e ascolta la quiete dei versi. “Oltre il buio della notte” attraversa la consapevolezza di ogni rinascita, il filo del dolore, la capacità sublime di ammettere ogni piccola morte quotidiana, decifra la voce della vita, è strumento di redenzione. Le ferite decantano l’intervallo istintivo per rimarginarsi e nel ricordo della sofferenza lacerano la bruciante desolazione.

La poesia viene in soccorso al poeta, perché assiste la corrente dei versi, attenua l’ambiguità dell’inconsistenza, donando all’individualità della coscienza l’universalità del sentire. I versi delicati di Paolo Parrini alimentano il dialogo dell’amore, nel suo significato compiuto, nell’ispirazione infiammata dalla finalità di comunicare l’indefinibile rapimento di azzardo e di saggezza. Difendono la stabilità della dignità affettiva, conservano il segno rappresentativo dell’umanità, colgono l’isolamento della solitudine e trasformano la dissolvenza delle mancanze.

L’orientamento elegiaco del linguaggio limpido e incisivo convince l’apertura alla speranza, promuove la distinzione del disagio a miracoloso motivo di reazione, nutre l’inconscia spontaneità della memoria. La sfumatura delle immagini rievocate intona la sequenza dei frammenti emotivi ereditati nel vissuto, dilata la capacità di essere solidale con i propri riconoscibili conflitti, allontana gli ostacoli e i drammatici enigmi degli anni, accompagna l’esitante cammino delle stagioni, rivolgendo, con tenacia, contro le ostilità, una pura esortazione alla vita.

Rita Bompadre
Centro di Lettura “Arturo Piatti”