“Olvidar. Dimenticare” di Yulla – Recensione

È uscito il 9 aprile, “Olvidar. Dimenticare”, disponibile negli store online, sia in formato digitale che cartaceo. È l’autobiografia che segna l’esordio letterario della compositrice Yulla, che si racconta nelle sue molte sfaccettature, mettendosi a nudo, mostrando la vera sé al di là del personaggio conosciuto nel mondo musicale.

“Olvidar. Dimenticare” è anche un progetto musicale a cui Yulla sta lavorando da più di due anni. Un album che sarà disponibile non appena si sarà conclusa l’emergenza sanitaria che stiamo vivendo e che racchiuderà la sua carriera, le evoluzioni, i cambiamenti, la crescita in ambito musicale e personale. Gli studi, le contaminazioni e le passioni.

Il libro
L’autrice rivela ai suoi lettori, attraverso stralci di diario, ricordi e riflessioni, la sua complessa convivenza con la sfera del paranormale e del mistero. Fin da bambina, Yulla, si accorge di possedere delle doti molto particolari: veri e propri doni “scomodi” contro i quali ha combattuto una guerra vana, poiché essi hanno sempre avuto la meglio su di lei. La convivenza forzata con l’aldilà, la sua capacità di vedere “oltre” e gli anni di lunghissimi studi e ricerche nel settore, l’hanno resa, ben presto, una potente sensitiva e medium. Viene descritta la vita, difficile, stancante e a volte eccessiva di una donna, di una madre e di una professionista “normale” rispetto al suo dono speciale.

L’autrice – Yulla
È un’artista autodidatta e anticonvenzionale. Comincia il suo percorso artistico come autrice e compositrice prima per sé, poi per importanti esponenti del panorama musicale italiano. Dopo aver prodotto il suo primo singolo dal titolo “Ce l’ho qua”, decide di intraprendere la carriera manageriale, senza mai tralasciare la passione per la musica e per la sua attività di batterista. Dal 1997 al 2007 produce ben sette singoli e un album dal titolo “Nella fretta dimentico” per Federico Poggipollini, chitarrista di Luciano Ligabue, che accompagna come batterista in occasione dei tour promozionali in tutta Italia. Negli stessi anni collabora editorialmente con la Warner Chappel Music Italia, ampliando la propria visibilità all’interno del mercato musicale. Si occupa della co-produzione e della produzione rispettivamente per i cantautori Fabrizio Consoli e Luca Bui, nonché della promozione e distribuzione dell’album Anima Revuelta degli EL V & TheGardenHouse. Produce e promuove Salvo Veneziano e Lucio Calligarich del Grande Fratello.

Nel 2007 scrive e interpreta insieme a Luca Anceschi e ai giocatori della squadra di calcio della Reggiana l’inno “Dai Reggiana!”. Nel 2009 comincia la sua collaborazione con il team dei “No es lo mismo”, con cui rivoluziona il tradizionale spettacolo live e da intrattenimento tramite l’inserimento di balli di gruppo. Nel 2012 il team decide di dare vita a un proprio progetto latino dance dal titolo “Me Gusta il Pelo” che lei stessa scrive e interpreta. Nell’estate dello stesso anno lavora al suo progetto tecnologik dance. Nel 2015 inizia una stretta collaborazione con “il Pancio”, comico e webstar, che la vede protagonista di numerosi video per il web con milioni di visualizzazioni che le fanno conquistare l’affetto di sempre più persone.

A novembre 2018 esce “No te amo”, un reggaeton lento, sensuale e intenso cantato in lingua spagnola. Insieme a Yulla gli interpreti del brano sono Kiki Aguero, ballerino e coreografo cubano e Moreno, uno dei più innovativi rapper del panorama musicale italiano. Il videoclip vanta la partecipazione dell’influencer Mattia Marciano in veste di attore protagonista. Dal 10 maggio 2019 è in radio il nuovo singolo “Ziki Zaka”, seguito dal singolo “Modela” (18 novembre). I brani saranno nell’album in uscita.

Recensione
Yulla è una donna fuori dagli schemi per un’infanzia che l’ha profondamente segnata, per le sue fobie e per le sue ansie, ma soprattutto per un dono “speciale” che le permette di entrare in contatto con una realtà invisibile alla maggior parte di noi. Tuttavia la sua biografia non vuole essere l’elogio di una vita “straordinaria”, ma una forma catartica attraverso la scrittura di liberarsi dai lacci delle sue paure, delle delusioni di una vita dura, che ha lasciato profonde cicatrici e sotto questo punto di vista la stessa Yulla dedica il libro a tutti coloro che come – e chi in fondo? – è stato ferito, chi soffre per amore, chi non riesci a reagire a un narcisista manipolatore che cerca di schiacciarti, a chi affamata/o d’amore cade nel pericolo delle malattie alimentari, chi deve combattere costantemente con gli attacchi di panico. Tanta sofferenza attraversa la sua storia, che può essere la storia di molti altri, ma che lei trova il coraggio di mettere nero su bianco, per raccontarsi e lasciarsi conoscere meglio. Non solo il personaggio quindi ma la donna, in tutte le sfaccettature della vita, le sue dinamiche, nel bene e nel male.

Sicuramente colpisce molto la schiettezza con la quale Yulla “alza il velo” sulla sua capacità di comunicare con le anime dei defunti che cercano un contatto con lei, il suo accostarsi al mondo del paranormale non senza dubbi, sospetti e paura, prima di imparare ad accogliere quel dono e metterlo a servizio degli altri con grande generosità, senza chiedere nulla in cambio.

Lo stile a tratti diretti, duro, altre più emozionale, evocativo. Probabilmente nel suo modo di scrivere questo libro c’è l’attività di autrice di testi per la musica. Una storia che alterna pagine di diario cucite tra loro dal racconto ai nostri giorni rileggendo quelle stesse pagine personali, intime, ripercorrendo con il ricordo eventi di un passato che l’hanno resa la donna che è, ma che sarebbe forse meglio dimenticare perché spesso troppo dolorosi, pesanti da porta con sé, ingombranti.

Sara Foti Sciavaliere