“Orange Is The New Black”: la serie Netflix che cambierà il vostro modo di “guardare”

“Orange Is the New Black” non è una semplice serie televisiva, ma un modo di vivere, di pensare, di approcciarsi al mondo. Giunta alla sua conclusione nell’estate del 2019, dopo sette travolgenti stagioni, si è subito conquistata un posto tra i titoli cult di questa generazione.

“Orange Is the New Black” – ideata da Jenji Kohan e ispirata alle memorie di una ex detenuta, Piper Kerman, che darà il suo nome a Piper Chapman (Taylor Schilling), una delle protagoniste della serie – nasce come critica e denuncia al sistema giudiziario e carcerario statunitense, toccando con cura e coraggio un vasto assortimento di tematiche tanto delicate quanto lontane da ogni schema televisivo. Dall’omofobia al razzismo, dalle barriere linguistiche all’immigrazione al tempo di Trump, dalla violenza al maschilismo, dal reinserimento alla corruzione.

Un’opera corale dietro le sbarre, in cui le donne sono le protagoniste assolute: donne che hanno fatto delle scelte sbagliate infrangendo la legge, donne lavoratrici, disoccupate, nere, bianche, ispaniche, asiatiche, immigrate, tossicodipendenti, lesbiche, bisessuali, eterosessuali, transessuali, fragili, forti, vittime di ingiustizia e di violenza di ogni genere, ma assetate di giustizia, di riscatto, di libertà.
Questa serie rivoluzionaria disegna una società parallela al mondo dei “liberi”, un microcosmo in cui non si scorge facilmente un futuro, in cui il passato è lontano e il presente è una continua lotta con se stessi e con gli altri.

Uno dei punti forti di “Orange Is the New Black” è l’onestà con cui si delinea la gravità delle conseguenze derivanti da determinati errori, contemperata dalla delicatezza e dalla correttezza con cui si indaga nell’interiorità delle protagoniste, grazie all’interessante utilizzo di flash-back, portando così lo spettatore a comprendere le vere ragioni dei loro gesti, a capire quanto sottile sia realmente la linea di confine tra libertà e detenzione e di quanto sia semplice per qualunque persona oltrepassarla.

Più scorrono gli episodi e più queste donne si avvicinano allo spettatore. Non sono più così lontane come si poteva pensare all’inizio. Sono persone comuni che hanno sbagliato, ma meritano comunque rispetto.
Ognuno di noi come cittadino ha il dovere, la responsabilità di combattere per i diritti, l’uguaglianza e la dignità di tutti, indistintamente. Tra finali tristi e finali felici, questa serie si rivela fino all’ultimo istante attuale e cruda nel suo profondo realismo.

Nonostante non tutti i filoni narrativi abbiano un epilogo lieto, si sente comunque inevitabilmente una permanente nota di speranza, un invito alla resistenza, alla lotta contro un sistema corrotto che vorrebbe schiacciare gli individui, una spinta a non consentire alle ingiustizie di qualsiasi tipo di distruggere i propri sogni.

Grazie alle risate di Nicky (Natasha Lyonne), alla dolcezza di Poussey (Samira Wiley), all’autentica genuinità di Suzanne Occhi Pazzi (Uzo Aduba), di Morello (Yael Stone) e di Lolly (Lori Petty), alla determinazione di Taystee (Danielle Brooks), alla forza di Sophia (Laverne Cox), alla voglia di migliorare di Tiffany (Taryn Manning), all’amore materno di Red (Kate Mulgrew) e di Gloria (Selenis Leyva), all’affetto fraterno di Flaca (Jackie Cruz) e Maritza (Diane Guerrero), all’intelligenza di Alex (Laura Prepon), al coraggio di Dayanara (Dascha Polanco) verrà automatico vedere tutto con occhi nuovi.
Un paio di manette dovrebbero serrare i polsi e non le anime, le aspirazioni, la fiducia nel futuro.

Yoga Jones: Tu sai che cos’è un mandala?
Piper: Ehm…è una forma d’arte buddista.
Yoga Jones: I monaci tibetani li fanno con la sabbia colorata e compongono dei disegni bellissimi, grandi. E quando hanno finito, dopo giorni o settimane di lavoro, distruggono tutto quanto.
Piper: Wow…è sconvolgente.
Yoga Jones: Cerca di vedere la tua esperienza qui come un mandala, Chapman. Lavora sodo per trasformarla in qualcosa di significativo e bellissimo e quando uscirai ricomincia la tua vita. E ricorda che era tutto temporaneo. Devi tenerlo sempre in mente: è tutto temporaneo.
Piper: È tutto temporaneo.

Liliana Passiatore