“Ramondo lo scudiero” di Antonio Chirico – Recesione

“Ramondo lo scudiero. L’avventurosa storia di Raimondello Orsini del Balzo” (YouCanPrint) è il romanzo di esordio del salentino Antonio Chirico. Un romanzo storico ambientato tra le crociate del Nord e le vicende politiche della Chiesa e del Regno di Napoli nel XIV secolo fino al 1407, ma anche un avventura tra virtù e vizi di un’umanità che, cambiano i tempi, ma spesso rimane uguale a se stessa.

La trama
Siamo nel Regno di Napoli, a cavallo tra il 1300 e il 1400. Ramondello è il figlio cadetto del conte Orsini. Suo padre gli ha programmato una carriera ecclesiastica, ma lui è innamorato perso di una fanciulla destinata a diventare contessa e non si arrende a un destino che non vuole. Trova una sponda amica in Ramondo del Balzo, fratello di sua nonna. Il prozio, che non ha avuto figli, gli risolve tutti i problemi designandolo suo successore. Unica condizione per ereditare le sue fortune è che Ramondello aggiunga al proprio cognome anche quello del suo benefattore.

Ma le cose non vanno secondo i piani e il ragazzo si trova costretto a partire come scudiero per le crociate del Nord, senza nemmeno un ultimo saluto alla sua amata. Liberamente ispirata alla vita di Raimondello Orsini del Balzo, è una storia di amori, amicizie, tradimenti, conflitti familiari e battaglie avventurose. C’è spazio anche per delle incursioni nel mondo della cavalleria teutonica e nei misteri del Santo Graal. Il tutto, sullo sfondo storico della disputa tra due re pretendenti al trono di Napoli e dello scisma d’Occidente, con una Chiesa cattolica retta contemporaneamente da due papi in conflitto tra loro.

Una storia antica ma con molte curiose analogie con la contemporaneità.

L’autore – Antonio Chirico
È avvocato civilista e risiede a Lecce. Nato nel 1967, ha vissuto l’infanzia nel brindisino, a Torre Santa Susanna, ed ha studiato Giurisprudenza a Bari. “Ramondo lo scudiero” è il suo romanzo d’esordio.

Recensione
“Ramondo lo scudiero” è un viaggio narrativo sulla vita di Raimondello Orsini del Balzo, prima che diventasse Raimondello Orsini del Balzo. Un dietro le quinte nella storia di un condottiero che attraversato come una stella la storia del Medioevo pugliese, come quella stella che vediamo sulle armi dei del Balzo, a richiamare la leggendaria origine di un ramo della sua famiglia dal re magio Baldassarre. Raimondo Orsini del Balzo, da figlio cadetto destinato alla vita ecclesiastica, sarà capace di ribaltare le sue sorti con caparbietà e astuzia fino a diventare il più potente signore del Regno Napoli, solo secondo al re, e per questo assai temibile perfino per il suo sovrano.

Mi dispiace solo di alcuni inciampi sul registro linguistico, che si manifesta quasi sempre affine al contesto storico, con un linguaggio ricercato ma semplice, ma di tanto in tanto sembra distaccarsi dal tempo del suo protagonista per avvicinarsi a un linguaggio più colloquiale e attuale. Forse una scelta dell’autore? Magari quel richiamo alla contemporaneità che ci suggeriscono nel presentare la trama?

Qualche incongruenza storica (decifrabile solo da chi quelle pagine di Storia le conosce) sono una licenza narrativa, che comunque lo stesso autore chiarisce alla fine romanzo, dimostrando una cura della ricerca delle informazioni di cui si è saputo servire per creare la sua storia, la sua avventura di Raimondello.

Antonio Chirico diluisce infatti i confini tra storia e fiction romanzesca, facendo perdere il lettore nelle avventure dell’intraprendente e nobile Ramondo, senza più domandarsi cosa sia realmente accaduto e cosa sia frutta dell’immaginazione dell’autore perché in fondo le due realtà (quella storica e quella immaginifica) si incontrano, si mescolano e si adattano l’una all’altra con naturalezza.

Sara Foti Sciavaliere