Salento: Barocco romano a Cavallino. In mostra i dipinti di Palazzo Chigi

La galleria del Palazzo Ducale di Cavallino (Lecce), dal 22 settembre al 16 dicembre, è teatro della mostra “Dipinti del Barocco romano da Palazzo Chigi di Ariccia”, un evento che propone un inedito gemellaggio tra il barocco leccese e quello romano, evidenziando differenze e affinità. L’iniziativa vuole inoltre ricordare il legame della Puglia – del Salento, in particolare – con la famiglia Chigi.

I dipinti esposti in questi, e nei prossimi, giorni a Cavallino provengono dalla ricca collezione di papa Alessandro VII (in precedenza vescovo di Nardò) e dalle prestigiose raccolte di Fabrizio Lemme, Maurizio Fagiolo, Oreste Ferrari e Renato Laschena, confluite per donazione nel Palazzo Chigi di Ariccia.
Saranno ospiti le opere di grandi maestri attivi nel Seicento, quali Giovan Battista Gaulli, Ferdinand Voet, Francesco Trevisani, Giuseppe Cesari detto il Cavalier d’Arpino, Giovanni Battista Salvi, detto il Sassoferrato, Carlo Maratti, Viviano Codazzi, Mattia Preti, Salvator Rosa, Pier Francesco Mola, Pietro da Cortona, Andrea Pozzo e Gian Lorenzo Bernini.

L’esposizione è articolata in sezioni tematiche, che corrispondono ai diversi generi pittorici presenti nel Seicento: il ritratto, teso a celebrare i personaggi importanti delle casate; la pittura di paesaggio e la veduta, spesso con l’illustrazione dei feudi di famiglia; la pittura decorativa, attraverso modelli e bozzetti destinati alla realizzazione di cicli decorativi in chiese e palazzi; la pittura per pale d’altare con modelli o bozzetti per dipinti in chiese e cappelle private; la pittura da quadreria per le collezioni private in palazzi e ville.

La mostra curata da Francesco Petrucci, conservatore dell’istituzione museale laziale, rappresenta una ricognizione sulle tendenze e le espressioni della pittura di età barocca, che induce inevitabilmente a dei parallelismi con la stessa tendenza artistica che all’epoca si sviluppò in area pugliese e salentina. Virtuosismi, accenti formali eccessivi, smanie cromatiche e plastiche e naturalmente interessi iconografici analoghi: sono questi alcuni fondamentali punti di contatto tra la pittura proveniente dalla prestigiosa raccolta di Ariccia e gli apparati decorativi e architettonici diffusi in molte località del Salento, Lecce in primis.