“Salento Cafè Noir” di Stefano Cambò – Recensione

“Salento Café Noir” (Raggio Verde Edizioni, 2019) di Stefano Cambò che raccogli tre nuovi episodi del Nando e del Commissario Bortone, i personaggi nati dalla penna dello scrittore salentino, che hanno riscosso notevole successo e appassionato tantissimi lettori nel primo romanzo “Cyrano tra delitti e misteri”.

La trama
Nel primo caso, I guerrieri della notte, i due protagonisti se la vedranno con il killer dei clochards, un assassino seriale che avvelena le povere persone che vivono per strada. Nel secondo, Odysseus, il Nando dovrà invece scoprire l’identità nascosta di un artista che raffigura sui muri sbiaditi gli episodi legati al poema di Omero. Nell’ultimo, Il caso Wagner, l’omicidio di un professore universitario dentro le mura della sua casa fa riaffiorare ricordi ed emozioni legate al passato dei due protagonisti. E mentre la soluzione sembra essere connessa alla famosa “Cavalcata delle Valchirie”, ideata dal grande compositore tedesco, una donna misteriosa irrompe sulla scena.

L’autore – Sefano Cambò
È nato a Torino nel 1982 e vive a Muro Leccese. Laureato in Sociologia e in Scienze Filosofiche, nel 2015 ha pubblicato il thriller Kalendra, con cui ha vinto il Concorso Letterario “Libri in Officina” indetto dalle Officine Cantelmo di Lecce in collaborazione con la Regione Puglia. Nel 2016 ha pubblicato Cyrano tra delitti e misteri, noir ambientato nel Salento edito da Il Raggio Verde Edizioni di Lecce. Nel giugno del 2018 un suo racconto inedito, Effetto domino, è risultato vincitore del Concorso Letterario AG Noir indetto dal Comune di Andora (provincia di Savona) in collaborazione con l’Associazione Culturale c/e Contemporary di Milano, nell’ambito del prestigioso Festival nazionale dedicato interamente al Noir.

Recensione
“Salento Cafè Noir”, attraverso i suoi tre racconti che ruotano intorno al locale dove lo scrittore Nando è solito fermarsi a scrivere con il suo vecchio portatile mentre sorseggia un bicchiere di vino, non offre solo altrettanti casi da investigare accanto all’amico Commissario, con le loro scaramucce verbali, ma l’autore indaga all’animo umano e la società, puntando un riflettore su realtà ai margini, come i clochard de “I guerrieri della notte”, su storie di quotidiano dolore che possono perdersi nell’indifferenze generale finché dei bellissimi murales non risvegliano l’attenzione di qualcuno – si legga “Odysseus” –, ma anche il passato che ritorna inaspettato e riporta a galla sentimenti sepolti, come capiterà a Nando nell’ultimo episodio del libro.

Uno stile asciutto, a volte brusco, come il suo protagonista, ma che tende a seguire uno schema attraverso un gioco di reiterazioni, talvolta con un certo uso di anafore, che riprendono l’uso della parola o di un espressione nel rigo successivo a riprendere il filo di un pensiero che non si vuole disperdere, neanche passando da un paragrafo all’altro. Questo gioco retorico conferisce al testo bel ritmo, pone l’accento su alcuni passaggi nel flusso di coscienza del personaggio dandogli tono; non si tratta di una questione di forma, l’effetto investe il contenuto e come questo viene recepito dal lettore.

Una piacevole lettura da gustare con un buon bicchiere di vino in poltrona oppure su una panchina di un parco immaginando con Nando a finire di scrivere uno dei suoi racconti o aspettando il prossimo!

Sara Foti Sciavaliere