San Patrizio: il vescovo irlandese in un altare della cattedrale di Nardò

Il secondo altare a sinistra, dall’ingresso dell’antica cattedrale del comune salentino di Nardò (Lecce) dimostra una passata devozione per San Patrizio, il vescovo cristiano che evangelizzò l’Irlanda dei pagani culti celtici.

Si tratta dell’altare tra quello del battistero e quello del famoso Crocefisso “Nero”. L’indagine critica, condotta dal Paolo Marzano, ha portato alla luce nuovi significati e precise reinterpretazioni che coinvolgono gli attributi dell’intero progetto. «Ritengo che non sia adeguato chiamare genericamente quell’altare ‘del Purgatorio’ o delle anime purganti’, infatti bisognerebbe aggiungere una prima figura essenziale per svelare il ‘racconto figurato’ che pure esiste sulla cimasa dell’opera stessa; San Patrizio», ha dichiarato lo studioso.

Secondo Marzano, infatti, l’altare è un compendio di tecnica scenografica importante, un’integrazione delle arti, combinate e riferite alle tecnologie compositive degli apparati delle architetture effimere, fino all’apporto emozionale generato dall’ideazione delle “macchine della meraviglia”.

«Costituisce in nuce – continua – il grado di cultura devozionale e, in questo caso, caritatevole – assistenziale dell’epoca in cui è stato costruito. L’altare è attribuito a Placido Buffelli ed è del 1668 (data della commissione). Della statua del santo irlandese ne conoscevamo la presenza dallo studio approfondito del 2007 di Francesco Danieli, ma la si è sempre posta ‘a margine’ del dipinto del De Matteis del 1698 o forse perchè non è illuminato bene o perché le descrizioni analizzavano la sua ‘vicinanza’, come attributo, dell’argomento inerente prettamente alla simbologia del Purgatorio.

Sappiamo pure che, dalla scritta omogeneamente scalfita e abrasa, rintracciabile alla base della statua, alcuni lo interpretano come San Delfino, vescovo francese, ma l’ipotesi non regge, (forse una statua di recupero) in quanto gli angeli accanto, poi espongono particolari della vita del santo irlandese e il braccio destro di San Patrizio, che di certo non intercede, come viene erroneamente sostenuto, invece doveva avere ben stretto in pugno, un pastorale quasi orizzontale e quindi aggettante, nel gesto di tracciare quel famoso leggendario pozzo ispirato da Dio come insegnamento e metodo di espiazione. Ed è proprio qui che si innesca l’equivoco.»

Paolo Marzano, anche stavolta, cerca di spiegare quella storia che sfugge, e ne dà un’interpretazione più chiara e diretta, proprio, dopo uno studio delle simbologie, degli attributi e dell’impianto scultoreo principale. Nella cimasa Marzano scopre e rivela nuove simbologie, spiegando i dettagli che differenziano questa ‘macchina’ da quella presunta.

Lo studioso neretino individua, di fatto, la grande (eloquente) foglia di “trifoglio” alla cintola dell’angelo a sinistra di San Patrizio, che appare intero, mentre alla cintola di quello a destra, appare già diviso in tre. Il ‘trifoglio’ è il simbolo del’Irlanda ed è il particolare che certifica assolutamente la presenza del santo irlandese. Infatti una delle particolarità della predicazione di San Patrizio, era quella di prendere una foglia e, dividendola in tre, spiegava il complesso dogma della SS.Trinità.

«In questa incredibile quinta che si innalza come un muro finemente cesellato – spiega Paolo Marzano – si individuano dunque dei livelli (come se fosse una grande sezione stratigrafica del sottosuolo; il Purgatorio) leggibili in direzione ascensionale e ‘moralizzanti’, secondo cicli di pene da espiare, sofferenze espresse pregevolmente in forma ‘patetica’, con la presenza di episodi biblici, allegorie (importanti perché testimoniano la cultura dei trattati del tempo) e dei diversi santi, come uniche figure capaci di intercedere per dare speranza, per poi elevare l’anima fino al Paradiso. Per leggere queste opere così complesse e sofisticate occorre come non mai – aggiunge ancora – comprendere l’importanza dell’ occhio alato albertiano, quello della curiosità, che continua a sorvolare ‘la meraviglia’, sussurrandola poi alla conoscenza».

Il 17 marzo ricorre la festa di San Patrizio e ormai sono sempre più diffusi, anche in Italia i folcloristici festeggiamenti del St. Patrick’s Day. Non si è sottratta neanche la cittadina di Nardò, che quest’anno giunge alla sua terza edizione sabato 15 marzo. E sarebbe interessante, prima dei festeggiamenti tra musica folk e ed enogastronomia a tema, andare a osservare il famoso vescovo irlandese scolpito nell’altare della cattedrale neretina.

Per maggiori dettagli potete leggere anche:
– P.Marzano, “Il Salento delle città apparate: l’irlandese pozzo di San Patrizio, a Nardò”, in Cultura Salentina, 30/09/2013

– P.Marzano, “Il Salento delle città apparate: i caratteri sensibili dell’arte e il tono di comunicare la sua storia”, in Cultura Salentina, 25/11/2014

– Gaballo M., Danieli F., “Il mistero dei segni. Elementi di iconografia sacra nella Cattedrale di Nardò tra Medioevo ed età barocca”, Mario Congedo Editore, 2007. Collana dei Quaderni degli  Archivi diocesani di Nardò e Gallipoli, in particolare pag. 107.

cimasa

DUE ANGELI con trifoglio

sede del pastorale

trifoglio diviso in tre

Foto: per gentile concessione di Fausto Laneve