“Sinfonia della Felicità” di Simona Corvese – Recensione

Disponibile negli store da una decina di giorni , il nuovo romanzo nuovo romanzo edito da Little Black Dress, “Sinfonia della Felicità” di Simona Corvese, è una delicata storia sulla musica e i sentimenti, dove le note si sostituiscono alle parole per esprimere le emozioni, per dar voce alle paure, per far incontrare le solitudini e accorciare le distanze tra i vari personaggi con i loro dolorosi bagagli, e la musica diventa terapia.

La trama
Roberto, affermato direttore d’orchestra di fama internazionale e dallo spirito altruista, sta attraversando un brutto periodo e vorrebbe cambiare molte cose nella sua vita. Si concede un anno sabbatico da trascorrere nella sua città, Milano, per riflettere sulla sua frenetica esistenza. Durante questo periodo darà vita alla sua Fondazione Musica Senza Confini, un’organizzazione senza scopo di lucro che permette di far studiare musica gratuitamente a molti giovani che hanno alle spalle situazioni disagiate. Un giorno Roberto incontra per caso, in Corso Vittorio Emanuele, due piccoli violinisti zigani che suonano come virtuosi: Livia e il fratellino Jòzsef.

Scatta l’empatia che accomuna chi soffre. Roberto e la moglie Laura hanno perso una figlia, mentre Livia non ha mai conosciuto affetti sinceri, fatta eccezione per suo fratello Jòzsef. Per difendersi dal loro dolore si rifugiano tutti nella musica, che amano più di loro stessi. Anche la bambina riconosce nello sguardo di Roberto la stessa, silenziosa, richiesta d’aiuto. Tra loro due nascerà un patto di reciproca solidarietà perché desiderano la stessa cosa: una vera famiglia.

L’autrice – Simona Corvese
Nasce a Milano nel 1970. Dopo la Laurea in Giurisprudenza e un Master in Gestione Risorse Umane, Selezione e Formazione, ha lavorato per diversi anni negli uffici del personale di grandi multinazionali, maturando esperienze in tutti questi aspetti della gestione delle Risorse Umane. Vive nell’Hinterland Milanese, occupandosi della famiglia. Nel tempo libero realizza insieme a sua figlia libri fatti a mano, sul modello del “Book art project” di Paul Johnson. Autrice di romanzi di fiction per ragazzi e adulti. La trilogia di “Sinfonia della Felicità” è il frutto di numerose lunghe nottate passate a inseguire, con irriducibile entusiasmo, il sogno di raccontare questa storia che da molto tempo aveva in mente.

Recensione
Una scrittura fluida, pulita, e allo stesso studiata specie per l’uso di espressioni romanì che si intersecano con naturalezza nei dialoghi di Livia e di altri personaggi del campo Rom rendono più verosimile il personaggio della piccola violinista, insieme alle descrizioni precise su tradizioni, abitudini e comportamenti della comunità tzigana e dei liutari ungheresi, oltre di un certo mondo “sommerso” e degli espedienti legati ad attività criminali, quasi un’indagine sociologica del contesto in cui è inserito la storia.

Ho trovato singolare la scelta dell’autrice di usare solo i nomi per indicare personaggi che aveva un ruolo professionale specifico, come magistrati Eleonora e Mattia e l’ispettore Fabrizio, senza ricorrere invece al loro titolo e appunto al loro incarico, trattandosi tra l’altro di una narrazione in terza persona (se fosse stato in prima persona magari lo avrei giustificato con una visione più intima e informale nei riguardi di tali personaggi). Quindi sarei curiosa di conoscere le ragioni di questa scelta… Forse voleva sottolineare la dimensione umana dei loro ruoli? Visto che c’è una profonda sensibilità che attraversa tutta la storia rispetto a tematiche sociale delicate, oltre ai drammi personali dei personaggi dettati anche da un passato travagliato.

“Sinfonia della felicità” è una storia di emozioni, di sentimenti, è l’amore messo a dura prova dalla perdita ma che resiste e non soccombe come quello tra Roberto e Laura, è la tenerezza e l’accoglienza nei confronti dei due piccoli talenti, Livia e Jòzsef, è la passione per la musica che vibra in tutta la narrazione (con conoscenza della materia, mi pare per quanto ammetta la mia ignoranza sui tecnicismi di quest’arte meravigliosa). Ma c’è anche una certa propensione quasi al poliziesco, al crime, visto la rete di indagini che si infittiscono intorno alle losche attività di Gyorgy Vadari di sfruttamento dei bambini, ma anche il mistero sulla sparizione della figlia di Roberto e Laura e l’enigma sulle origini della piccola Livia. Aspetteremo di vedere come venire a capo di tutto questo intreccio, ma lo scopriremo alla prossima “puntata”, intanto è sicuro che è stata instillata la suspense!

Sara Foti Sciavaliere

*Ringrazio la Little Black Dress per la copia blogger che mi è stata concessa.