Lunedì 20 aprile, in prima serata, su Canale 5, prende il via la serie tv, in 16 puntate, Squadra Mobile, prodotta da Taodue. La fiction racconterà la cronaca quotidiana attraverso il lavoro di un gruppo di agenti di polizia sullo sfondo delle bellezze di Roma.
Squadra Mobile è un po’ uno spin off di Distretto Polizia, perché riporta sullo scherma un personaggio noto della fiction poliziesca prodotta da Valsecchi, l’ex commissario del X Tuscolano Robero Ardenti, interpretato da Giorgio Tirabassi.
“La fiction riprende alcuni elementi di Distretto di Polizia, ma non è uno spin off nel senso stretto del termine. Queste nuove avventure sono ambientate una decina di anni dopo”, spiega il regista Alexis Sweet. Mentre Tirabassi sottolinea: “Sono passati ben 15 anni dalla prima serie di Distretto di Polizia. Per me è stato interessante interpretare di nuovo Ardenzi, perché sperimenta una fase diversa della vita. Separato dalla moglie, oggi ha un rapporto turbolento con la figlia Mauretta che ormai studia all’Università”.
La trama
Roberto Ardenzi ha lasciato il X Tuscolano e la Dia in Sicilia ed è ora questore, a capo della Squadra Mobile di Roma. La prima moglie è defunta e la seconda è fuggita in Australia con il figlio, accanto gli è rimasta solo la figlia Mauretta, che adora, ma il lavoro rimane sostanzialmente la sua priorità.
L’integerrimo poliziotto si trova alla guida di un gruppo di professionisti pronti a difendere la Capitale dalla criminalità: un gruppo di servitori della legge affiatati, ricchi di umanità e capacità professionali ma anche dei problemi che la vita di ogni giorno porta con sé: l’ispettore Isabella D’Amato (Valeria Bilello) in prima fila nella lotta allo stalking, Sandro Vitale (Antonio Catania), uomo di grande esperienza ma alle prese con un nemico pericoloso, l’alcol; Giacomo Polena (Pippo Crotti), lasciato da solo con un figlio da una moglie esasperata dalla sua avarizia. E un amico e collega come Claudio Sabatini (Daniele Liotti), che riserverà la più amara delle sorprese al protagonista.
La narrazione degli otto episodi di Squadra Mobile si basa su due elementi. Da un lato la sfida tra il protagonista, Ardenzi, e il suo amico e collega Claudio Sabatini – interpretato da Daniele Liotti – che si rivela molto diverso da come appare. Si tratta di una linea di racconto emozionante e coinvolgente che riserva molti colpi di scena. Dall’altro ci sono i casi trattati nelle singole puntate.
Cambia però la chiave di lettura rispetto al solito poliziesco: l’attenzione è più sulle vittime, sugli aspetti della cronaca nera meno approfonditi, che sulla ricerca di colpevoli. “Non si è puntato sull’action, ma sull’umanità reale”, ha dichiarato Valsecchi.
Ad avere più spazio in Squadra Mobile sono crimini come lo stalking, le molestie, il maltrattamento dei minori, il cyber bullismo o il razzismo, che vengono affrontati con grande umanità e stando sempre dalla parte delle vittime. I poliziotti della squadra si trovano a dover dimostrare non solo doti investigative ma anche qualità psicologiche e capacità di ascolto, e spesso i casi che hanno di fronte diventano per loro lo spunto per riflessioni sulla loro vita personale.
La forza della serie è quindi proprio nei personaggi, tratteggiati con grande umanità, nelle gioie e nelle difficoltà di ogni giorno fuori e dentro la questura. Una squadra che è prima di tutto un gruppo di amici pronti a sacrificarsi gli uni per gli altri e sempre disposti a un’ora di straordinario in più se un cittadino ha bisogno di aiuto. Un gruppo di personaggi raccontati a trecentosessanta gradi, con le loro paure, i loro difetti, che li rendono umani e vicini allo spettatore.
Mediaset punta ad un ascolto medio di quattro milioni e intanto già la produzione è pronta per giugno a girare la seconda serie di Squadra Mobile.