“Stanotte o mai” di Elena Genero Santoro – Recensione

Edito lo scorso luglio del 2020 da Leucotea, “Stanotte o mai” di Elena Genero Santoro, un romance sui generis, che scompiglia tutti gli schemi della romantica storia d’amore, ma che con stile fluido e mai banale, racconta degli equilibri di una nuova coppia che nasce sulle ceneri di una storia che è giunta al capolinea che potrebbe tornare chiedere il conto.

La trama
Dara, trent’anni, ha rinunciato ai suoi sogni da ricercatrice per permettere al marito Andrea, un musicista la cui carriera non decolla, di inseguire il successo. Un giorno nella farmacia in cui Dara è commessa entra Giulia Mezzanotte, violinista di fama ed ex ragazza di Andrea, che le confida di essere malata di cancro in fase terminale e di voler incontrare suo marito prima di morire.

È l’inizio di un vortice di ansia per Dara, che prova pena per la sorte di Giulia, ma vede il suo compagno ogni giorno più coinvolto dalla ex, la quale ha richieste sempre più impegnative.

L’autrice – Elena Genero Santoro
È nata a Torino nel 1975, dove attualmente risiede con il marito e i figli. Lavora come ingegnere per l’industria automobilistica e si occupa di conformità del prodotto alle normative europee in ambito ambientale. Ama viaggiare e conoscere persone che vivono in altri Paesi. Grande appassionata di ginnastica artistica, l’ha praticata in passato ma ora, sostiene, non ha più né il fisico né l’età. Ama cantare. Ha fatto parte di un grande coro di Torino, tra il 1992 e il 1997, i cui incassi erano devoluti alla Caritas. Ha avuto anche esperienze teatrali a livello amatoriale. Studia inglese un po’ per piacere e un po’ per necessità lavorativa. Si diverte anche a cucinare e a creare ricette, soprattutto se si tratta di dolci, ma non chiedetele di bagnarvi le piante se andate in ferie. Il pollice verde non è una sua virtù! È convinta che nella vita oltre al talento serva la tenacia. Il suo motto è quella frase dell’ape, che in teoria non potrebbe volare per motivi aerodinamici, ma ignara delle nozioni scientifiche non solo vola, ma fa anche il miele. È una lettrice feroce e onnivora. Scrive da quando aveva quattordici anni per raccontare i sentimenti umani, per sognare con travagliate storie d’amore, per dare un taglio ironico alla realtà e per trattare temi sociali denunciando quelle che ritiene delle ingiustizie. Un argomento che le sta particolarmente a cuore è quello della violenza contro le donne.


Il suo primo romanzo, “Perché ne sono innamorata”, edito da Montag, è uscito nell’aprile 2013 – è del 2017 la versione ebook per Gli Scrittori della Porta Accanto Edizioni. Sono seguiti nel 2014 “L’occasione di una vita”, ebook proposto con Lettere Animate e “Un errore di gioventù” pubblicato da 0111 Edizioni. Nel novembre 2014 è uscito “Gli Angeli del Bar di Fronte”, 0111 Edizioni e nel 2016 è uscito con 0111 Edizioni “Il tesoro dentro”, ora ripubblicati in seconda edizione con Gli Scrittori della Porta Accanto Edizioni. Nel 2017 è uscito un altro capitolo della saga di Futura e Patrick, “Immagina di aver sognato”, pubblicato con PubGold, così come l’ultimo uscito a fine ottobre, “Diventa realtà”. Con Leucotea nel 2020 pubblica “Stanotte o mai” ed è da poco uscito il romanzo umoristico “Confessioni di una #badmum” (PubMe – Collana Gli Scrittori della Porta Accanto).


Recensione
Forse in un nome può esserci il destino di una persona. Dara, questo è il nome della protagonista, che ha sempre creduto che il suo nome significasse “quercia” e come questa incarnasse forza, stabilità, equilibrio, poi quando sembra che le sue energie, ad appannaggio di tutti coloro che le stanno intorno, vengono meno e la sua vita sempre spezzarsi sotto pesi più grandi di quelli che possa sopportare, scoprirà che quel nome particolare ha anche un’etimologia irlandese differente, “stella” e come un astro deve puntare in alto, al cielo, Dara si rende conto di non essere condannata per destino a essere l’ago della bilancia, poteva andare oltre, sognare, anche per se stessa.

Al di là delle sue apparenze di ragazza ribelle per il suo look, i cappelli di un rosso accesso e le acconciature non classiche, i molti orecchini, il piercing sulla lingua, il vistoso tatuaggio floreale dal braccio alla spalla, che il tempo ridimensionerà lasciando emergere solo il suo carattere posato e comprensivo, una ragazza di cuore, pronta ad ascoltare i guai degli altri e a dare un suggerimento e una parola di conforto, fino al punto da trascurare se stessa e rischiando il punto di rottura.

“Stanotte o mai” è una storia d’amore fatti di quotidianità, di alti e bassi, ma è anche un romanzo di formazione in cui si assiste alla crescita dei personaggi, di presa di consapevolezza. Con scrittura fluida, uno stile pulito ma mai scontato, Elena Genero Santoro avvicina il lettore alle intimità dei pensieri di Dara, lasciando scoprire il suo mondo interiore, e mettendoci in relazione con tutti gli altri personaggi, facendoci sentire parte della realtà che racconta.

Del tutto fuori schema l’irruzione di Giulia ha sbilanciare il rapporto di Dara e Andrea. Giulia è l’ex di Andrea, entrambi musicisti e cresciuti nella Torino dabbene, ma tra loro il rapporto si era logorato fino a esaurirsi quando Dara fa un silenzioso ingresso nella vita di Andrea dandogli quel sostegno che Giulia, egoisticamente, gli aveva negato in un momento importante della sua vita e della sua carriera.
Anni dopo Giulia, malata di cancro in una stadio terminale, esprime il desiderio di rivedere Andrea, di ricucire quel rapporto che si era bruscamente interrotto, cercando quel perdono e quell’amore che forse avrebbe potuto riempire il vuoto che sente sempre più man mano che la fine si avvicina. Una presenza che come uno spettro si interpone implacabile nel matrimonio di Dara e Andrea, aprendo delle crepe, stuzzicando insicurezze e gelosie.
Ma questa sarà un’ulteriore prova per Dara, per il suo cammino di crescita, per diventare donna.

«Ci era voluta Giulia per portarla al confine dei suoi limiti, per mettere alla prova la sua pazienza, per farle sciogliere tutti i nodi non risolti. Ci era voluta Giulia perché lei e Andrea acquisissero una nuova consapevolezza. Ci era voluta Giulia per farli crescere, come persone e come coppia.»

Sara Foti Sciavaliere