TiAcca si racconta senza filtri in “Ovunque sia stato”, il suo nuovo singolo

TiAcca racconta, in chiave rap, lo smarrimento di chi torna nella propria terra d’origine dopo un lungo periodo di assenza: “Ovunque sia stato” è il suo nuovo singolo.

Fare ritorno nella propria terra, nella propria città, dopo un lungo periodo di assenza e sentirsi persi, spaesati, nel non ritrovare più i rapporti con i propri affetti così come si erano lasciati ma, soprattutto, faticare a ritrovare, a riconoscere se stessi, traendo conforto solamente dalle proprie passioni, in questo caso, musica e scrittura. Questo il punto centrale su cui ruota “Ovunque sia stato” (Red Owl Records/Visory Records/Thaurus), il nuovo singolo di TiAcca.

Nato in un piccolo paese del salernitano, cresciuto a Roma e trasferitosi per 4 anni all’altro capo del mondo, in Australia, l’artista, una volta rientrato in Italia, si è trovato di fronte uno scenario completamente differente da quello che aveva lasciato prima di partire: amicizie, amori, affetti; tutto appariva insolito, freddo, distaccato.

Un racconto a cuore aperto, un viaggio, da compiere rimanendo seduti ad un tavolo con carta e penna – «ho visto un foglio e una penna e ho pensato: scrivo» -, dentro il proprio universo interiore, dentro le proprie sensazioni, perché è solo analizzando chi siamo, tenendo a mente da dove veniamo, dove siamo stati e soprattutto ricordando quanto questi luoghi ci abbiano permesso di crescere e maturare, che possiamo evolverci e migliorarci, perché indipendentemente dal luogo in cui andremo, se partiremo da noi stessi, dai nostri valori e dalle nostre attitudini, ci ritroveremo sempre.

Le persone che camminano con noi per un breve od un lungo periodo, possono andare e venire, ci possono accompagnare per un istante o per l’intera vita, ma è sulle nostre gambe e sul nostro cuore che dobbiamo costruire le fondamenta di presente e futuro, quelle che ci consentiranno di sentirci a casa, in qualunque parte del mondo ci troveremo.

Se nel celebre brano “Il ragazzo della Via Gluck” di Adriano Celentano, il Molleggiato non ritrovava più la semplicità e la genuinità dei luoghi in cui era cresciuto, lanciando un grido d’aiuto ecologista, contro uno sfrenato e deturpante progresso edilizio, in “Ovunque sia stato”, TiAcca, punta i riflettori sulla società contemporanea, più orientata a rincorrere traguardi frivoli e superficiali, che a coltivare rapporti e legami stabili, profondi e duraturi nel tempo, al di là di ogni distanza, quella distanza, molto più frequentemente mentale che fisica, che ci impedisce di cogliere e dare valore all’affetto ed alle attenzioni delle persone che abbiamo accanto.

Chi è TiAcca?
TiAcca, all’anagrafe Luca Jonathan Ferrentino, nasce in provincia di Salerno nel 1992. All’età di 14 anni, insieme alla famiglia, si trasferisce a Roma ed è proprio nella Città Eterna che comincia ad affacciarsi alla scena Rap ed alla cultura Hip Hop, inizialmente con due delle quattro discipline del movimento, Writing e DJing, a cui accosta, due anni più in là, la scrittura dei primi testi. Colleziona svariate esperienze live nella Capitale ed in giro per lo Stivale e, nel 2016, si trasferisce a Brisbane, in Australia, guadagnandosi credibilità e rispetto nella scena locale ed acquisendo non soltanto un maggior bagaglio socio-culturale da trasporre nei testi, ma anche un’importante abilità nella lingua inglese – e conseguentemente nel flow – ed una nuova visione di se stesso come artista e della sua musica. Rientrato a Roma nel 2020, da vita, con il suo collega ed amico Gioac, al G Studio, una realtà giovane, creativa e frizzante all’interno della quale i due artisti producono i propri brani. Nel Gennaio 2021, TiAcca firma il suo primo contratto discografico con Red Owl Records/Visory Records/Thaurus ed a Marzo dello stesso anno pubblica “Ovunque sia stato”, un brano maturo ed intimista, che racconta una storia, la sua e lo fa puntando il focus sullo smarrimento provato nel rientrare in patria dopo anni di assenza, trovando persone e rapporti completamente differenti da come si erano lasciati prima di partire. Un’arguta descrizione della società contemporanea, più orientata a rincorrere traguardi frivoli e superficiali, che a coltivare rapporti e legami stabili, profondi e duraturi nel tempo, al di là di ogni distanza, quella distanza, molto più frequentemente mentale che fisica, che ci impedisce di cogliere e dare valore all’affetto ed alle attenzioni delle persone che abbiamo accanto.