Woman in Gold: al cinema la storia vera di Maria Altmann e il suo desiderio di giustizia

Woman in Gold, di Simon Curtis, sarà nella sale italiane dal 15 ottobre. Pellicola tratta dalla storia vera della difficile battaglia legale della defunta Maria Altmann, viennese di origine ebrea, per rientrare in possesso di cinque dipinti di Gustav Klimt, razziati dai tedeschi alla sua famiglia, durante l’occupazione dell’Austria nella Seconda Guerra Mondiale.

L’attrice inglese Helen Mirren sarà la protagonista di Woman in Gold proprio nei panni di Maria Altmann – scomparsa a 94 anni nel 2011. “É stato come tornare alla generazione dei miei genitori, che hanno vissuto la Seconda Guerra Mondiale sotto le bombe, a Londra”, dice l’attrice che ha origini russe -il nonno, Pyotr Vasilievich Mironov, si era rifugiato a Londra all’inizio della rivoluzione d’ottobre. “Ho pensato anche alla mia bisnonna e alle mie prozie, che hanno vissuto in Russia in una sola stanza di un appartamento diviso con molte famiglie. Ma era molto più importante che le memorie viscerali di Maria fossero sempre presenti nella mia mente. Per questo ho letto molto sull’Olocausto”.

La trama
Uno dei dipinti più famosi d’Austria, Ritratto di Adele Bloch-Bauer di Gustav Klimt, è detenuto dallo Stato, in seguito al sequestro operato dai nazisti ai danni dei legittimi proprietari, una famiglia ebrea, come altri saccheggi e vessazioni simili negli anni Trenta.

Alla fine degli anni Novanta, Maria Altman, unica sopravvissuta di una delle famiglie più raffinate della Vienna anni trenta, decide d’intraprendere una difficilissima azione legale per rientrare in possesso di cinque preziosi dipinti firmati da Gustav Klimt ed in particolare del quadro Ritratto di Adele Bloch-Bauer, che raffigurava, appunto, la zia Adele Bloch-Bauer.

Determinata a riavere il quadro come forma di risarcimento per tutto quello che lei e la sua famiglia hanno subito dagli austriaci, Maria Altmann, che da decenni residente in America, torna in Austria con il giovane avvocato E. Randol Schoenberg (Ryan Reynolds) e scopre che lo Stato non vuole assolutamente dare via il suo quadro più importante, considerato la “Gioconda austriaca”. Parte così una battaglia legale di Davide contro Golia.

Tratto da una storia vera, Woman in Gold vuol essere quanto più possibile aderente alla realtà storica dei fatti riferiti alla anschluss, l’annessione dell’Austria da parte della Germania. Per questo, il regista Simon Curtis ricorre spesso a quei flashback di ricostruzione di situazioni ed episodi frutti della brutale invasione nazista. Vessati dagli stessi concittadini, moltissimi ebrei furono spogliati di tutto, derisi, costretti a lavori umilianti, percossi e deportati nei campi di concentramento.

Molto diverso da Monuments men, uno dei più recenti film a raccontare il recupero di opere d’arte razziate dall’esercito di Hitler, Woman in gold si distingue per la ricercata eleganza della ricostruzione e dei particolari dell’ambiente dorato ebraico viennese. L’eleganza è da sempre un segno distintivo di Helen Mirren, premio Oscar, che ha acquistato una casa in Italia, nel Salento.